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Guerra a Gaza, al via ai negoziati per la pace tra Israele e Hamas tra speranza e scetticismo

Guerra a Gaza, al via ai negoziati per la pace tra Israele e Hamas tra speranza e scetticismo

Il “sì” di Netanyahu, le proposte di modifica e il nodo del futuro della Palestina: in Egitto si prepara un momento storico.

Lunedì 6 ottobre è una giornata che potrebbe passare alla storia: iniziano, in Egitto, i negoziati per il piano di pace proposto dal presidente statunitense Donald Trump per porre fine al massacro di Gaza e alla guerra tra Israele e Hamas. Il tutto a due anni esatti dallo Shabbat di sangue che ha dato inizio alla nuova fase di un conflitto ormai pluridecennale e mai definitivamente risolto.

C’è speranza nell’aria, dopo il “sì” del premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’apertura di Hamas al netto di alcune modifiche al piano USA, ma anche scetticismo e paura che si trovi solo una soluzione tampone e non una risoluzione definitiva per riportare la pace da troppo tempo assente in Medio Oriente, forse praticamente mai esistita.

Guerra a Gaza, al via i negoziati di pace tra Israele e Hamas

È l’Egitto il Paese scelto per ospitare le trattative per il piano di pace a Gaza. Una scelta singolare, se si considera quanti eventi del cosiddetto conflitto israelo-palestinese hanno avuto come protagonista proprio il “gigante” dell’Africa settentrionale. Dal leader egiziano Abdel Fattah al-Sisi trapela fiducia nelle potenzialità del piano statunitense, che ha avuto l’approvazione – seppur “non perfetto – di buona parte dei Paesi arabi: Non posso che fare il mio elogio ed esprimere la mia gratitudine al presidente americano Donald Trump per la sua iniziativa volta a instaurare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Un cessate il fuoco, il ritorno degli ostaggi e dei prigionieri, la ricostruzione di Gaza e l’avvio di un processo politico pacifico che porti all’istituzione e al riconoscimento dello Stato palestinese significano che siamo sulla buona strada verso pace e stabilità durature”.

Il nodo del riconoscimento della Palestina

Ed è proprio sul riconoscimento della Palestina che i negoziati per la pace a Gaza rischiano di trovare il maggiore intoppo. Nell’accettare la proposta trumpiana, Netanyahu ha ribadito l’assoluta contrarietà alla formazione di uno Stato palestinese; d’altra parte, invece, i Paesi arabi approvano il piano anche e principalmente per il progetto della riforma dell’Anp per portare – nel tempo – a uno Stato che possa rispondere alla volontà di autodeterminazione del popolo palestinese. Uno Stato che non dovrebbe includere Hamas – secondo i progetti attuali – né l’attuale Anp. E che dovrebbe seguire una governance provvisoria con il controllo di un comitato tecnico supervisionato da una Commissione internazionale presieduta proprio dagli USA che hanno proposto il piano di pace.

Netanyahu è scettico anche su un altro punto: il rilascio degli ostaggi, previsto nel piano di pace di Trump entro le 72 ore dalla firma dell’accordo. “Non posso garantire che Hamas accetterà di rilasciare gli ostaggi. Credo sia possibile. Spero che accada, ma non posso garantirlo”, ha detto. E se dovesse esserci il no dell’organizzazione palestinese, aggiunge, “il presidente Trump ha dichiarato che sosterrà pienamente Israele in un’azione determinata contro Hamas“. Il che potrebbe aggravare il già spaventoso disastro umanitario in atto a Gaza.

Le richieste di Hamas

Hamas ha annunciato che la sua delegazione, guidata da Khalil al-Hayya, è arrivata in Egitto per prendere parte ai negoziati per la pace a Gaza. Siederanno al tavolo delle trattative anche la delegazione israeliana guidata dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer, dal capo dello Shin Bet e dal capo del Mossad, nonché l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, e il genero del presidente Jared Kushner.

La priorità di Israele è il rilascio degli ostaggi, seguita da un’espulsione totale e netta di Hamas dalla Striscia. Hamas, dal canto suo, chiede la sospensione delle operazioni militari israeliane, lo scambio di prigionieri e una serie di modifiche al piano di Trump.

Guerra Israele-Hamas, l’Italia sui negoziati di pace a Gaza

In merito alla situazione nella Striscia di Gaza, il Governo ha emesso una nota ufficiale, sostenendo che il piano di Trump “potrebbe rappresentare una svolta, permettendo di giungere alla fine delle ostilità e a un accesso umanitario pieno e sicuro per la popolazione civile palestinese”. L’Italia si dice pronta ” la sua parte in stretta collaborazione con gli USA, i partner europei e della Regione nel processo di stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo della Striscia di Gaza” ed esorta le parti coinvolte “a cogliere questa opportunità accettando il Piano, specie Hamas, che ora ha la possibilità di rilasciare gli ostaggi e accettare di non avere alcun ruolo nel futuro di Gaza”.

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Foto di Imagoeconomica, via Idf