Home » Gaza, continua la carneficina: 50 obiettivi colpiti nella notte, Commissione Onu riconosce “genocidio”

Gaza, continua la carneficina: 50 obiettivi colpiti nella notte, Commissione Onu riconosce “genocidio”

Gaza, continua la carneficina: 50 obiettivi colpiti nella notte, Commissione Onu riconosce “genocidio”
Guerra Israele – Hamas, occupazione invasione di Gaza – Adn

Una stima provvisoria parla di oltre 100 morti nel giro di poco più di 24 ore. Commissione Onu riconosce “atti di genocidio” da parte di Israele.

La temuta (e annunciata) invasione di Gaza City è iniziata da poco più di 24 ore e il conteggio delle vittime è già a tre cifre: più di 30 – secondo Al Jazeera, ed è una stima ancora provvisoria – nel raid della mattinata di mercoledì 17 settembre, ai quali si sommano almeno altre 106 persone vittime dei raid del giorno precedente. E la carneficina non accenna a fermarsi: l’esercito israeliano ha annunciato, infatti, che le sue forze aeree hanno colpito circa 50 obiettivi durante la notte nella Striscia di Gaza. E questo nonostante le contestazioni dai familiari degli ostaggi e del mondo intero, con diversi esponenti politici, Ong varie e perfino la Commissione indipendente di inchiesta dell’Onu sui Territori palestinesi occupati che parlano di “genocidio“.

Invasione di Gaza City, cosa sta succedendo

Nella notte tra il 15 e il 16 settembre è iniziata la massiccia operazione di occupazione di Gaza: i carri armati delle Idf sono entrati a Gaza City, nonostante le contestazioni delle famiglie degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e il fatto che inizialmente l’iniziativa israeliana non avesse trovato il favore di esponenti militari israeliani di rilievo. Se pochi giorni prima dell’inizio ufficiale della già annunciata operazione di invasione di Gaza si parlava perfino di possibile tregua e di un cambio di rotta – con l’accettazione di Israele di un piano di pace proposto da Donald Trump, poi rifiutato da Hamas -, oggi la fine del conflitto e dell’emergenza umanitaria a Gaza appaiono tragicamente lontani.

Nella notte le forze israeliane hanno colpito 50 obiettivi, nella giornata precedente altri 140 tra tunnel, edifici usati da “gruppi terroristici”, cellule di miliziani di Hamas e altre infrastrutture. Molti abitanti di Gaza, nonostante l’evacuazione totale ordinata da Israele, non sono riusciti a trovare rifugio e continuano a morire sotto le bombe o di fame e stenti. E circa 400mila persone sono in fuga.

Le reazioni all’escalation

L’asse Israele-USA rimane e il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che sarà negli Stati Uniti tra 15 giorni, dove parlerà con Trump e dialogherà con l’Onu. Sull’invasione di Gaza City via terra, Donald Trump ha però dichiarato di non sapere se l’appoggia o meno. “Dovrò vedere, non ne so molto. Posso dire che se Hamas usa gli ostaggi come scudi umani, dovrà pagare un prezzo pesante”, le sue parole.

Ferma condanna, invece, arriva dal Qatar, che parla di “un’estensione della guerra genocida” e “una flagrante violazione del diritto internazionale“. Il governo di Doha ribadisce anche la sua “ferma e permanente posizione a sostegno della causa palestinese, basata sulle risoluzioni internazionali e sulla soluzione dei due Stati”.

Soluzione, quella dei due Stati, sposata anche dall’Italia. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato: “Crediamo che si debba arrivare ad un cessate il fuoco e debba finire questa carneficina a Gaza”. E ha aggiunto: “Serve un percorso che deve portare a due Stati in questo territorio, Israele e lo Stato palestinese, che si riconoscano e possono vivere in pace”.

L’invasione di Gaza City, l’appello delle Ong. Onu: “Genocidio”

Oltre 20 Ong, tra cui Save the Children, Oxfam, Medici Senza Frontiere e ActionAid, hanno chiesto ai leader mondiali di rispondere con ferma condanna all’invasione di Gaza. “Mentre il governo israeliano ha ordinato lo sfollamento di massa di Gaza City, dove vivono quasi un milione di persone, ci troviamo sull’orlo di un periodo ancora più letale”, si legge in una nota. “Gli Stati devono utilizzare ogni strumento politico, economico e legale a loro disposizione per intervenire”, evitando “retorica e mezze parole” inefficaci.

Anche l’Onu ha riconosciuto “atti di genocidio” nella condotta di Israele a Gaza in una recente analisi legale. In un editoriale sul New York Times Navi Pillay, presidente della commissione di inchiesta indipendente dell’Onu, ricordando le oltre 64mila vittime del conflitto e denunciando gli atti militari ma anche l’uso della fame come “arma da guerra”, scrive che “la storia giudicherà come il mondo ha risposto” e conferma l’obbligo “legale e morale” degli Stati di agire.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI