Decisivo il ruolo del "colosso cinese" nel nuovo ordine mondiale: il punto e i risvolti di Davos.
L’assetto geopolitico mondiale del prossimo futuro passa attraverso la risoluzione di due questioni: la guerra in Israele e la “nuova” crisi del Mar Rosso da una parte, il conflitto tra Russia e Ucraina dall’altro. Mentre la NATO appare pronta a una maxi esercitazione militare ai confini con “l’impero di Putin”, una delle operazioni più imponenti sul suolo europeo dai tempi della Guerra Fredda, il focus della Cina si sposta rapidamente dall’Ucraina al Medio Oriente.
L’obiettivo rimane uno per entrambi i conflitti: la pace con meno vittime possibili e, inutile negarlo, il minor turbamento economico internazionale possibile. Le prospettive, però, non sono delle migliori, tra il timore di tensioni tra la NATO e la Russia e la crisi sul Mar Rosso che coinvolge attori con una potenza militare spropositata, come l’Iran, e attori non statali come Houthi yemeniti e Hamas.
Guerra in Israele e in Ucraina, la posizione della Cina
Inutile dire che in un presunto “nuovo ordine globale” – alla vigilia di quella che si teme possa diventare una vera e propria guerra mondiale e con almeno due conflitti di ampia portata in corso – il ruolo della Cina è decisivo. Non è più possibile pensare ai commerci internazionali, alle conferenze o anche solo i tavoli delle trattive su qualsiasi questione globale senza il “gigante asiatico”.
Non c’è quindi da sorprendersi se ultimamente si parla tanto della prospettiva di una “pace cinese“. Il leader ucraino Zelensky, nel corso del World Economic Forum di Davos, non ha negato la volontà di vedere la Cina interessata in una mediazione per una pace duratura e vantaggiosa con la Russia. E l’intervento del colosso asiatico non sarebbe di poco conto, visto che in tanti considerano la Cina il più potente alleato politico – oltre che economico, seppur al momento non militare – di Mosca.
L’attenzione per la Cina, più che sulla guerra in Ucraina, però, è rivolta al caso israeliano. Con i raid di USA e UK nello Yemen, gli scontri tra Iran e Pakistan e l’apparentemente innegabile allargamento del conflitto tra Israele e Hamas oltre i confini di Gaza, la potenza asiatica ha lo sguardo rivolto al Medio Oriente. Nelle scorse ore, gli Houthi avrebbero garantito la “sicurezza” delle navi russe e cinesi in transito sul Mar Rosso. D’altra parte, la stessa Cina si sarebbe proposta per mediare tra due delle parti in conflitto – Iran e Pakistan – per garantire una risoluzione pacifica delle tensioni attuali.
Il World Economic Forum di Davos
Sorprese sul fronte della guerra in Israele e di quella in Ucraina anche durante il World Economic Forum di Davos. Primo evento eclatante: nessun incontro o trattativa tra il premier cinese Li Qiang e l’ucraino Zelensky. Secondo alcuni analisti, come alcuni giornalisti della CNN, potrebbe essere un segno dello spostamento dell’attenzione cinese verso il Medio Oriente e sulla più impellente – sul fronte economico – crisi del Mar Rosso.
D’altro canto, la guerra tra Russia e Ucraina prosegue tanto quella in Israele e – in caso di intervento Nato – rischia di allargarsi ulteriormente. Sul caso ucraino è intervenuta la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che etichetta l’intervento russo in Ucraina come “un fallimento militare” e sostiene che “l’Ucraina può prevalere” ma solo con una “fornitura di armi sufficiente e prolungata” per “riconquistare il loro legittimo territorio”. La presidente, a proposito di “nuovo ordine globale”, ha esplicitamente parlato dell’adesione dell’Ucraina all’Ue dichiarando: “Il futuro migliore dell’Ucraina si chiama Europa“.
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