Per entrare in Polonia 15 ore in fila, l'odissea delle donne ucraine - QdS

Per entrare in Polonia 15 ore in fila, l’odissea delle donne ucraine

Antonino Lo Re

Per entrare in Polonia 15 ore in fila, l’odissea delle donne ucraine

venerdì 25 Febbraio 2022

"L'esodo" di una donna con due bambini di 9 e 11 anni, raccontato da Okanna (da 20 anni in Italia), madre a nonna di questo piccolo nucleo che ieri sera ha abbandonato tutto

Quasi 15 ore in fila per riuscire a lasciare l’Ucraina e riuscire ad entrare in Polonia in condizioni “indescrivibili”, donne e bambini lasciati in balia di se stessi, senza generi di conforto o minimi servizi igienici a disposizione. A raccontare all’Adnkronos ‘l’esodo’ di una donna con due bambini di 9 e 11 anni è Okanna (da 20 anni in Italia), madre a nonna di questo piccolo nucleo che ieri sera ha abbandonato tutto, casa, marito e nonni nell’hinterland di Leopoli, per cercare di raggiungere ed entrare in Polonia.

“Mia figlia ha abbandonato tutto”

“Ho sentito mia figlia ieri sera e stamattina alle 11 – racconta angosciata Okanna – da prima delle 9 era in fila, insieme a centinaia di persone, per raggiungere il confine e riuscire ad entrare in Polonia. Stamattina aveva ancora 500 persone davanti a sè. Mi ha raccontato che fanno passare non più di quattro persone ogni ora e ogni 8 ore si blocca tutto per il cambio della guardia al confine. Lei con i suoi due bambini ha abbandonato tutto, compreso il marito perché gli uomini non li fanno passare”.

“Nemmeno l’acqua”

“E’ un inferno – racconta ancora Okanna – centinaia di persone ammassate, non ci sono file divise per donne con bambini o sole. Mia figlia mi ha raccontato, prima di spegnere il cellulare per evitare che si scaricasse e non potesse più essere raggiungibile, che sono tutti ammassati lì in fila, senza nessun controllo o organizzazione, con gente che spinge, senza alcun genere di conforto, nemmeno l’acqua. Mi ha anche raccontato di episodi di intemperanza se non di ‘aggressione’ tra la gente in fila, tutti ammucchiati prima di raggiungere il cancello. Tanti disperati sono tornati indietro ma non sanno dove andare”.

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