Le dure parole del presidente Usa allo "Zar", reazione immediata di Mosca che condanna le dichiarazioni. La tensione resta altissima
Vladimir Putin è un “criminale di guerra”. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden in un breve scambio di battute alla Casa Bianca con i giornalisti, riportato dai media Usa. L’appellativo rivolto dal presidente americano ha scatenato la reazione russa: “Inaccettabile e frutto di una imperdonabile retorica”, così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass. “Le parole del presidente parlano da sole”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Psaki ha precisato che l’inchiesta del dipartimento di Stato sui presunti crimini di guerra compiuti dalle forze di invasione russe in Ucraina è ancora in corso. Il presidente, ha detto Paski secondo quanto riporta la Cnn, stava “parlando col cuore”.
Zelensky ai soldati russi: “Deponete le armi”
L’assedio di Mariupol non è diverso da quello nazista di Leningrado nella Seconda guerra mondiale: lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rivolgendosi direttamente ai soldati russi. “Avete ancora un’opportunità, per ciascun soldato mandato nel territorio del nostro Paese che non sia ancora stato ucciso, ferito o catturato: chiunque deponga le armi avrà la possibilità di sopravvivere”, ha continuato Zelensky.
“L’esercito russo sta subendo perdite che non ha avuto in Siria o in Cecenia, che le truppe sovietiche non hanno avuto in Afghanistan: se la vostra guerra contro il popolo ucraino continuerà le madri russe perderanno più figli che nelle guerre afgane e cecene messe insieme. Perché farlo? Mi rivolgo alle reclute, gettate nel calderone di questa guerra – non la loro guerra – e agli altri soldati dotati dell’istinto di sopravvivenza: deponete le armi, è meglio che morire in battaglia nella nostra terra”, ha concluso.
L’Onu si riunisce
Una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite si terrà oggi per valutare e rispondere all’escalation nella crisi umanitaria in ucraina. La riunione è stata chiesta da Stati uniti, Regno unito, Francia, Irlanda, Norvegia e Albania. Secondo fonti diplomatiche la richiesta è arrivata dopo l’intensificarsi dei bombardamenti contro i civili. Sono in corso trattative per organizzare un discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’Assemblea generale dell’Onu.