Dall’Unione Europa al presidente statunitense Donald Trump: tutti operativi, con priorità e strategie diverse e non prive di ombre, su una nuova missione internazionale, cioè porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Mentre si continua a morire – nella notte un raid russo a Kiev ha provocato almeno 6 vittime e oltre una decina di feriti -, il pressing sui due capi di Stato coinvolti – l’ucraino Volodymyr Zelensky e il russo Vladimir Putin – si fa sempre più forte. Bombe e diplomazia si alternano e la sorte di uno dei più grandi conflitti dell’ultimo decennio appare sospesa e difficile da definire.
Trump mira a un nuovo “successo diplomatico” dopo la – raggiunta, seppur fragile – tregua di Gaza e il teatro scelto per fare un passo potenzialmente decisivo è Abu Dhabi. Lì, nella metropoli sul Golfo Persico, sono attesi i colloqui a porte chiuse tra funzionari russi e statunitensi sulla nuova bozza del piano USA per la pace. Colloqui che il Cremlino al momento non ha voluto commentare.
Guerra Russia – Ucraina, il piano di Donald Trump ora ha 19 punti
Donald Trump appare deciso a ottenere una nuova “fumata bianca”. La strada, però, è in salita: degli iniziali 28 punti elaborati e pensati – dicono le indiscrezioni – a bordo di un aereo, dopo i colloqui tra le delegazioni di UE, USA e Ucraina, ne sono rimasti in piedi solo 19. Non sono ancora noti i dettagli del nuovo documento né la risposta russa, ma la versione definitiva appare ancora lontana. Zelensky, celebrando il risultato parziale dopo i colloqui tenutisi a Ginevra, aspetta un confronto diretto con Trump e commenta: “C’è ancora molto su cui lavorare insieme – non è facile – per redigere il documento finale e bisogna fare tutto con dignità”.
La bozza statunitense del piano di pace è stata ridotta, ma non si è arrivati all’accordo definitivo. Secondo fonti del Washington Post, sebbene ai colloqui di Ginevra i suggerimenti europei siano stati “utili”, le delegazioni USA continuano a considerare come base per il futuro piano di pace il documento iniziale statunitense. Alla base dei colloqui, quindi, non ci sarebbe neanche la bozza del piano europeo in 24 punti in risposta alla proposta trumpiana.
I punti controversi, cosa prevede il piano di pace per l’Ucraina
Tra gli elementi controversi in merito al piano di pace proposto da Trump per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina c’è la possibilità del rientro del Paese guidato da Putin nel G8. Su questo punto si è espressa l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza della Commissione europea Kaja Kallas, che in un’intervista alla BBC etichetta la proposta come “inammissibile” e ribadisce: “Non si può tornare alla normalità, come potrebbe essere possibile anche solo immaginarlo dopo tutta la distruzione e le uccisioni e tutte le violazioni del diritto internazionale?”.
Alla posizione europea risponde l’accusa del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che accusa l’UE di voler “distorcere” il progetto di pace portato avanti da Trump. In attesa di conoscere i contenuti della nuova bozza in 19 punti, il diplomatico e politico russo ribadisce: “Se si perdono lo spirito e la lettera di Anchorage la situazione cambierà in modo fondamentale. Ma fino a ora nessuno ci ha comunicato nulla”.
Al centro delle polemiche anche i punti delle misure per la ricostruzione dell’Ucraina e del graduale reintegro della Russia nell’economia globale, che dovrebbe essere concordato “a tappe e caso per caso”. Pare che tra i punti messi in discussione dall’Ucraina in fase di colloquio vi siano le disposizioni sui fondi congelati, da utilizzare – secondo la bozza originale diffusa da “Axios” – come segue: “100 miliardi di dollari in asset russi congelati saranno investiti in sforzi guidati dagli Stati Uniti per la ricostruzione e investimenti in Ucraina; gli Stati Uniti riceveranno il 50% dei profitti da questa operazione. L’Europa aggiungerà 100 miliardi di dollari per aumentare l’ammontare degli investimenti disponibili per la ricostruzione dell’Ucraina. I fondi europei congelati saranno sbloccati. Il resto dei fondi russi congelati sarà investito in un veicolo di investimento separato tra Stati Uniti e Russia che realizzerà progetti congiunti in aree specifiche”.
Controverso anche il punto sulle concessioni territoriali, con Crimea, Luhansk e Donetsk da riconoscere de facto come russe, Kherson e Zaporizhzhia congelate alla linea di contatto e la regione di Donetsk considerata come zona cuscinetto neutrale smilitarizzata ma internazionalmente ritenuta territorio della Federazione Russa.
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