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Guide turistiche, città d’arte snobbate, i visitatori evitano luoghi affollati

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Guide turistiche, città d’arte snobbate, i visitatori evitano luoghi affollati

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martedì 18 Maggio 2021

Serviranno Interventi di qualità e sicurezza nelle strutture ricettive, per salvare la stagione estiva dalla crisi economica. "Catania giocherà un ruolo marginale, come punto di passaggio"

Tutto pronto per la ripresa del turismo nel Bel paese col “semaforo” giallo che si è acceso da ieri sulla quasi totalità delle regioni italiane, Sicilia compresa.

Serviranno Interventi di qualità e sicurezza nelle strutture ricettive, per salvare la stagione estiva dalla crisi economica generalizzata. Ma “Per questa estate, spiaggia e mare; niente città d’arte, come la città dell’Elefante, con patrimoni e perle del Barocco, quali la via Crociferi delle chiese settecentesche, il grandioso Monastero dei Benedettini in piazza Dante o l’anfiteatro romano “sotterraneo” in piazza Stesicoro, all’ombra dell’Etna”. A lanciare l’allarme è il presidente provinciale dell’Associazione guide turistiche, Giusy Belfiore.

“Se già l’anno scorso i traghetti per le Eolie erano
strapieni – illustra la presidentessa etnea dell’Associazione Guide turistiche
di Catania, categoria costituita nel 1991 a tutela e difesa della professionalità
delle guide -, perché di fatto c’era stato il ‘libera tutti’ con gente tutta
ammassata nelle stesse località siciliane di mare, quest’anno dopo mesi e mesi
di sofferenza da lockdown, la situazione sembra essere la stessa se non
addirittura amplificata”.

Presidente, in aggiunta agli atavici problemi strutturali che attanagliano il “pianeta turismo”, ricco di “tesori” monumentali, culturali e paesaggistici, occorre salvare la stagione turistica in piena Pandemia… Cosa fare in concreto?

“Bisogna dire intanto che il nostro territorio etneo in termini  di presenze turistiche e di di flussi in entrata, patisce quello che è il concetto di destinazione quale ‘città d’arte’, che speravamo potesse essere un punto di arrivo. In questo momento l’attrattività di questo tipo di città d’arte, in generale, è molto ridotta e attenuata dal fatto che per istinto, per chi decide le mete da visitare, l’idea è quella di allontanarsi dalla folla.

Evitando di stazionare in luoghi non troppo affollati, le città come la nostra, tendono ad essere evitate; anche se poi quest’estate le destinazioni come Marzamemi o Portopalo nel Siracusano, danno già segnali di ‘tutto esaurito’ nelle strutture ricettive.

Ci illustra qual è al momento lo scenario, che si profila all’orizzonte? Gli stabilimenti balneari lavoreranno? Le prenotazioni dei turisti, nelle nostre strutture alberghiere, permetteranno di lavorare in Italia? Gli stranieri, a suo avviso, saranno attratti da altre mete all’estero?

“In questo scenario, la città di Catania, gioca un ruolo per il momento marginale, cioè è un punto d’arrivo, per destinazioni lontane, per via dell’aeroporto o del porto, verso località che sembrano per il momento le mete più richieste, ossia i luoghi di Montalbano, l’immaginaria ‘Vigata’. Quindi Siracusa, Noto, Modica, Scicli, Ragusa.

La percezione del momento è che vedremo un turismo solo di passaggio dalla città. Il passo in avanti da fare, sarà quello di aumentare i giorni del soggiorno a Catania città, con maggiori attrazioni; per questo occorre lavorare seriamente sulla qualità dell’offerta, sulla sicurezza dei visitatori, contro il ‘mordi e fuggi’ turistico di mezza giornata. Il tutto, concertando sempre con tutti gli attori di questo progetto di rilancio, per un’offerta qualificata e affidabile, affinché l’immagine di Catania ne esca poi più forte, anche nella percezione dei turisti, perché non appaia come a volte è avvenuto, una città schizofrenica e frenetica, o Covid-dipendente, che anche nei momenti di alta stagione o con il caldo, si possa dare pacchetti di qualità sani e puliti”.

Parola d’ordine sarà quindi “programmazione” e “sinergia”: assessorato comunale al Turismo, Sovrintendenza, Polo regionale di Catania per i siti culturali, Parco archeologico greco-romano di Catania, dipendente dalla Regione, associazioni di categoria degli alberghi, delle agenzie di viaggio, dei lidi balneari, dei ristoranti, l’Arcivescovado di Catania, eccetera.

“Il fatto che la Grecia o la Spagna – continua Giusy Belfiore -, siano avanti grazie ad una politica delle vaccinazioni, conta fino ad un certo punto. Noi vedremo il turismo straniero avvicinarsi alla fine dell’estate; ci saranno probabilmente gli ‘individuali’ francesi, magari approfittando di offerte di voli di compagnie low-cost, ma la grande domanda si è spostata ancora una volta dal mese di giugno a quello di settembre.

Le grandi agenzie turistiche straniere che ‘vendono’ la Sicilia, stanno slittando e scivolando lentamente su questo periodo di fine estate, per avere la certezza dell’efficacia dei nostri vaccini, con le politiche delle compagnie aeree che non aiutano, come quelle dei voli dagli Stati Uniti, che portano ad un aumento del costo del biglietto”.

Consigli?

“Occorre offrire garanzie di mantenimento di una certa sicurezza, a livello igienico-sanitario, da Covid-free, presso le strutture ospitanti, locali, ristoranti, contro l’ansia da Covid che ha fatto scivolare il sistema delle prenotazioni straniere.

Quindi anche per quest’anno, il mercato delle presenze, sarà sempre un mercato italiano.

In un momento di grande perplessità, soprattutto di crisi economica, quindi, noi dell’associazione chiediamo alle Amministrazioni, che siano vigili e attente, applicando una politica che possa indicare e combinare, e felicemente portare a sintesi, il concetto di qualità dell’offerta turistica di richiamo e quello di rispetto delle regole, in primis il distanziamento.

La ristorazione, così come il settore ricettivo degli alberghi, delle guide turistiche ed altri comparti, quello dei trasporti, sono al momento in ginocchio ed il dubbio forte è che ne possa risentire l’intero sistema dei servizi, perché non sappiamo in quanti saranno in grado di ripartire e con quale livello di qualità. Speriamo bene”.

Fabio Rao

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