I Comuni della Sicilia ai tempi del Coronavirus come l’emergenza si ripercuote sugli Enti locali - QdS

I Comuni della Sicilia ai tempi del Coronavirus come l’emergenza si ripercuote sugli Enti locali

Fichera Eleonora

I Comuni della Sicilia ai tempi del Coronavirus come l’emergenza si ripercuote sugli Enti locali

venerdì 20 Marzo 2020

Uno sguardo ai provvedimenti inseriti nel “Cura Italia” e alle iniziative delle varie Amministrazioni dell’Isola

PALERMO – In piena emergenza Coronavirus, un primo aiuto a Enti locali e contribuenti arriva dall’ormai celebre decreto “Cura Italia”. Il testo, annunciato per il fine settimana ma approvato solo lunedì e pubblicato in Gazzetta ufficiale più di 24 ore dopo, contiene alcune importanti misure che dovrebbero dare un po’ di respiro a cittadini e Comuni.

LA SOSPENSIONE DELLE TASSE

Il punto più atteso, soprattutto dai cittadini, riguarda la gestione dei tributi locali durante l’emergenza Covid-19. Per venire incontro ai contribuenti, molti dei quali in grande difficoltà economica a causa delle restrizioni lavorative conseguenti ai divieti imposti dal Governo, con il decreto “Cura Italia” è stata disposta la sospensione degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi che scadono nel periodo compreso fra l’8 marzo e il 31 maggio 2020 (art. 62). I pagamenti, allo stato attuale, dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020, senza applicazione di sanzioni. Stop quindi, almeno per il momento, a Imu, Tari, Tasi e addizionale Irpef. Il decreto precisa inoltre che sono sospesi anche “i termini dei versamenti, scadenti nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione” (art.68). In questo caso, i versamenti dovranno essere effettuati in un’unica soluzione entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione. Non sono previsti rimborsi di quanto è già stato versato.

I TEMPI DEI BILANCI

Per alleggerire i carichi amministravi degli Enti locali e per farli rifiatare, il decreto “Cura Italia” interviene anche su termini e scadenze di bilanci e rendiconti finanziari. Annullata la deadline del 30 aprile, vengono fissate nuove scadenze (anche in questo caso, potrebbe trattarsi di disposizioni provvisorie, vista l’incertezza del momento). Nello specifico, per le Regioni a Statuto speciale (quindi anche per la Sicilia) l’adozione dei rendiconti o bilanci relativi all’esercizio 2019 la nuova scadenza è fissata al 31 maggio (e al 30 settembre l’approvazione del rendiconto 2019 da parte di Giunta e Consiglio). Anche l’approvazione del Bilancio di previsione slitta al 31 maggio. Posticipato al 30 giugno 2020 il termine per la determinazione della Tari. Per la deliberazione del Documento unico di programmazione, invece, ci sarà tempo fino al 30 settembre 2020.

LA QUOTA CAPITALE DEI MUTUI

Un altro tassello importante è aggiunto dall’articolo 112 che riguarda la sospensione della quota capitale dei mutui degli Enti locali. “Il pagamento delle quote capitale, in scadenza nell’anno 2020 e successivamente all’entrata in vigore del presente decreto, dei mutui concessi alla Cassa depositi e prestiti agli Enti locali – si legge nell’articolo in questione – è differito all’anno immediatamente successivo alla data di scadenza del piano di ammortamento contrattuale”. Più tempo, quindi, per saldare i pagamenti.

UN FONDO PER SANIFICARE GLI AMBIENTI

Considerati l’alto rischio di contagio e la necessità di continuare a svolgere le attività amministrative, il decreto istituisce inoltre, presso il ministero dell’Interno, “un fondo con una dotazione di 70 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzata al concorrere al finanziamento delle spese di sanificazione e disinfezione degli uffici, degli ambienti e dei mezzi di Province, Città metropolitane e Comuni” (art.114). A questi ultimi andrà il grosso della somma, 65 milioni di euro. Una buona notizia per le Amministrazioni degli Enti locali che, quantomeno, potranno procedere alla disinfezione degli ambienti senza ulteriori aggravi per le loro già compromesse finanze.

 

 

Al fianco degli Enti locali: le richieste di AnciSicilia

PALERMO – Il “Cura Italia” ha soddisfatto in parte alcune richieste avanzate da AnciSicilia (tra queste, per esempio, la proroga degli adempimenti finanziari). Al Governo, però, l’Associazione dei Comuni siciliani, chiede qualcosa in più. Tra le altre, ecco alcune proposte avanzate per aiutare gli Enti locali isolani: un fondo per il dilazionamento degli interessi dei crediti non riscossi; lo sblocco dell’utilizzo di somme di avanzo vincolato; la possibilità di utilizzare somme da proventi contravvenzionali senza limiti in atto esistenti (Fondo per il personale) per consentire lo svolgimento di nuovi e maggiori compiti della polizia municipale.
Tutte misure che, si spera, potrebbero arrivare già con il prossimo decreto che, verosimilmente, vedrà la luce ad aprile.

 

 

Adesso serve un passo in più e c’è chi invoca il “Cura Comuni” per garantire i servizi base

 

FIRENZE – “Chiedo che il decreto di aprile si chiami ‘Cura Comuni’ o ‘Cura città’. Vorrei che il Governo si rendesse conto che accanto alla sanità c’è un altro settore strategico, quello appunto dei Comuni: se si fermano i Comuni si ferma l’Italia”. A lanciare l’appello, il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenuto telefonicamente su Radio Toscana per commentare le misure del dl del 16 marzo.

Il “Cura Italia”, ha spiegato Nardella, “è un passo avanti, necessario ma non sufficiente. Necessario perché la situazione economica del Paese è in ginocchio, non sufficiente perché è evidente che l’impatto economico di questa epidemia si farà sentire per molti mesi. Bene la cassa integrazione per tutte le aziende, bene la sospensione di pagamenti di tasse e tributi. Ancora insufficiente l’impegno verso i Comuni: se noi non riusciremo ad avere le risorse per rimettere i bilanci a posto, non potremo erogare i servizi essenziali come mense scolastiche, trasporto pubblico, assistenza sociale agli anziani ai disabili, pulizia delle strade”.

 

 

Il caso del Comune di Ventimiglia di Sicilia

 

VENTIMIGLIA DI SICILIA (PA) – “L’Amministrazione locale ritiene di dover sospendere alcuni tributi per sostenere famiglie e aziende che attualmente versano in una condizione sempre più grave di difficoltà finanziaria”. Era il 13 marzo quando, con queste parole, il sindaco di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini, annunciava ai suoi concittadini la sospensione dei tributi comunali fino al 30 aprile. Tre giorni prima della pubblicazione del decreto Cura Italia, il primo Comune siciliano decideva, senza dover attendere il Governo centrale, di bloccare il pagamento di Imu, Tasi, e Tari. Una boccata d’aria per gli abitanti del pioniere comune del palermitano, in un periodo di grande incertezza economica. “Vogliamo essere vicini ai cittadini – ha ribadito il sindaco – per quel che possiamo fare”.

 

…e quello di Capo d’Orlando dove la Tari era già bloccata

 

CAPO D’ORLANDO (ME) – Anche l’Amministrazione di Capo d’Orlando è intervenuta, ben prima del decreto del 16 marzo, per interrompere i pagamenti delle imposte comunali. Già dalla scorsa settimana, infatti, il sindaco Franco Ingrillì aveva deciso la sospensione di Tari e bollette idriche per l’anno 2020.
“Vogliamo dare – ha dichiarato il primo cittadino – un contributo concreto e immediato in questo momento di grande difficoltà per l’intera economia”.

 

 

Le elezioni amministrative slittano al 14 giugno

 

PALERMO – L’emergenza Coronavirus, intanto, ha costretto anche al rinvio delle elezioni amministrative, originariamente programmate per il 24 maggio e rimandate al 14 giugno, con eventuale ballottaggio il 28 giugno. Agrigento ed Enna sono gli unici capoluoghi di provincia che andranno al voto. A essere coinvolti saranno circa 750 mila siciliani.

Oltre che nei Comuni il cui rinnovo degli organi amministrativi era già fissato per scadenza naturale (53 enti), si voterà anticipatamente anche a Casteltermini (Ag), San Pietro Clarenza (Ct), Partinico e Termini Imerese (Pa) e Floridia (Sr), attualmente commissariati e a Camastra (Ag), Bompensiere (Cl) e Trecastagni (Ct), sciolti in precedenza per mafia dal Consiglio dei ministri.

Tra i Comuni più popolosi coinvolti, oltre ai due capoluoghi, ci sono Marsala (Tp), Barcellona e Milazzo (Me), Carini e Partinico (Pa) e Augusta (Sr).

 

 

Come cambiano gli uffici comunali in emergenza: smart working e novità per i documenti d’identità

 

Cosa succede agli uffici comunali? Quello che i diversi Enti locali stanno tentando di fare è, un po’ in tutta l’Isola, mantenere i servizi essenziali rispettando le normative imposte dai diversi Dpcm che si sono succeduti da inizio marzo ad oggi. Distanze di sicurezza e necessità di sanificazione dei locali comportano, inevitabilmente, un ridimensionamento dei servizi a disposizione dei cittadini. In generale, la parola d’ordine è smart working.

A Palermo, come annunciato dal sindaco Leoluca Orlando “Sono poco più di 2.500 i lavoratori per i quali è stato attivato il sistema di lavoro a distanza ed altri 300 circa potranno attivarlo a breve”. A Catania, il sindaco Salvo Pogliese, ha ordinato la chiusura di tutti gli uffici per lo svolgimento delle operazioni di disinfezione mirata e sanificazione che si concluderanno domani sera. In attesa della riapertura “i servizi ai cittadini verranno prestati dai dipendenti comunali che lavorano in smart working”. Quest’ultimo, già attivo da lunedì per tutti i dipendenti a esclusione di quelli impiegati in servizi essenziali, Polizia municipale, Protezione civile e Servizi cimiteriali.

Intanto, proprio per limitare al minimo le attività degli uffici comunali e i contatti diretti con i cittadini, il decreto Cura Italia ha introdotto un’altra novità. La validità dei documenti di riconoscimento e di identità scaduti o in scadenza, infatti, è stata prorogata al prossimo 31 agosto. “La validità ai fini dell’espatrio – precisa però l’articolo 104 del decreto – resta limitata alla data di scadenza indicata nel documento”.

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