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I numeri del Banco alimentare: meno prodotti freschi

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I numeri del Banco alimentare: meno prodotti freschi

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domenica 25 Dicembre 2022

Secondo i dati del Banco Alimentare siciliano, il confronto tra i primi 9 mesi del 2021 e del 2022 evidenzia come vengano raccolti meno alimenti con importanti componenti nutrizionali.

Malnutrizione. L’emergenza nell’emergenza povertà è legata al cibo e alla possibilità di acquistare alimenti freschi e sani. Secondo i dati del Banco Alimentare siciliano, il confronto tra i primi 9 mesi del 2021 e del 2022 evidenzia come vengano raccolti meno alimenti con importanti componenti nutrizionali: latte, frutta e verdura, olio, ad esempio. Conseguenza della guerra in Ucraina ma anche delle condizioni economiche che hanno portano i donatori a contrarre o modificare la tipologia di prodotti da donare.

“I prodotti recuperati, raccolti o donati che ci servono maggiormente sono i freschi, in particolare l’ortofrutta, ma i quantitativi si sono ridotti immediatamente dopo lo scoppio della guerra. Alimenti come pasta, latte e olio hanno avuto una contrazione successiva, dovuta essenzialmente all’aumento dei costi delle materie prime che hanno generato l’inflazione” – spiega il direttore del Banco siciliano, Domenico Messina. “E’ evidente che, quando si verificano aumenti sui beni di prima necessità, il carrello della spesa si compone in maniera diversa”. Messina parla di “condivisione”, per aiutare chi si trova in condizioni difficili e non riesce a trovare cibo.

Un problema che può diventare sociale, se non affrontato. Come spiega il professor Francesco Pira, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Messina.

“Il problema della povertà alimentare esiste ed è stato affrontato anche dalla Fao – spiega. La stessa Fao sostiene che sono 4 le condizioni che vanno a determinare la sicurezza alimentare: una è legata alla disponibilità di cibo, una è l’accessibilità al cibo, alla sua utilizzabilità e infine alla stabilità. Queste quattro condizioni di cui parla la Fao hanno determinato una serie di ragionamenti. Oggi la guerra sta generando nuove forme di povertà con flussi che si stanno muovendo anche in Europa. Questo certamente determina una situazione non semplice da affrontare e che forse non ci vede pronti. Oggi vediamo aumentare la richiesta alimentare anche in comunità che non hanno avuto fino a oggi problemi di mancanza di cibo”.

Il problema esiste, ed è collegato anche a quello energetico, e innesca, secondo il docente, un odio sociale che potrebbe sfociare in tensioni forti dati dalla disuguaglianza sociale. Per questo occorre intervenire. “Il problema è che pensavamo che la pandemia e quel che è successo nel corso dell’emergenza sanitaria fosse risolto – conclude -. Ma poi è scoppiata la guerra”.

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