I ricchi non piangono per la Patrimoniale - QdS

I ricchi non piangono per la Patrimoniale

I ricchi non piangono per la Patrimoniale

venerdì 18 Ottobre 2024

Uno per cento da cento milioni

Il ministro Giancarlo Giorgetti, titolare del Mef (Ministero economia e finanze) è in ambasce, ma ha dimostrato un rigore alla Ciampi, comunicando ai propri colleghi-ministri che, se non avessero tagliato il loro fabbisogno finanziario per complessivi tre miliardi, avrebbe fatto la parte del “cattivo”, provvedendovi. Come già ha fatto nella Legge di Bilancio 2024 approvata dal Consiglio dei ministri.
Comportamento di buonsenso, ovviamente biasimato da chi invece preferisce adottare la politica dell’elargizione di risorse pubbliche anziché quella di spendere le stesse quando servono.

Per far ciò i ministri dovrebbero avere competenze di organizzazione, di finanza e capacità di riduzione della spesa, pur perseguendo i propri obiettivi.
Non sappiamo quanti degli attuali ministri con portafoglio siano in queste condizioni e non sappiamo quanti degli attuali ministri senza portafoglio, che tuttavia spendono risorse pubbliche, abbiano la capacità professionale di realizzare gli obiettivi, spendendo il meno possibile.

Quanto precede è sul lato delle uscite, ma il quadro peggiore è quello delle entrate, in quanto lo stesso ministro Giorgetti ha difficoltà ad aumentarne l’importo perché aumenterebbe la percentuale di pressione fiscale, il che non è possibile.
Sembra tuttavia che sia riuscito a ottenere un prestito “volontario” da parte delle banche e poi vi è in discussione un argomento ostico, soprattutto al suo leader di partito, Matteo Salvini, che è quello della Patrimoniale.

Non sappiamo se i detentori di patrimoni da cento milioni in su si opporrebbero a pagare una quota infinitesimale, pari allo 0,8 o 0,9 per cento, cioè meno di un milione, ogni anno. Una patrimoniale che si aggiungerebbe alle altre due attualmente esistenti: l’Imu sugli immobili non prima casa e la tassa sulla proprietà delle auto.
Nessuno si scandalizza per queste due imposte, che si ritengono eque ed equilibrate, per cui aggiungervi la terza sul patrimonio dalla soglia prima indicata in su non solo non sarebbe avversata, ma probabilmente troverebbe consenso nei proprietari perché dimostrerebbero una civiltà straordinaria e il loro contributo andrebbe a beneficio di tutta la Collettività.

Giorgetti è stato alle prese con una sorta di spending review dei ministeri e anche dell’insieme delle spese che non vanno a essi, come per esempio quelle per la sanità, altro tasto dolente.
Va detto a tutta voce che quando la sanità è mal gestita, la responsabilità è delle Regioni e non del Governo. Se poi vi sono Regioni virtuose, come molte del Nord (Lombardia e Veneto), e Regioni incapaci, come alcune meridionali, la differenza dei due tipi di gestione (virtuosa e incapace) dimostra palesemente che il ceto istituzionale regionale può funzionare o non funzionare.

È vero che il Governo ha il compito di vigilare sulle diverse conduzioni regionali, ma non ha strumenti di intervento nei confronti di quelle Regioni deficitarie, se non per casi eccezionali infrequenti.
Il fabbisogno del nostro Paese è sempre in aumento, ma la spesa pubblica corrente non può e non deve aumentare. Perciò le risorse non vanno sprecate e vanno invece indirizzate verso quei settori che permettono lo sviluppo del Paese e che sono di interesse pubblico, come la transizione ecologica.

È per esempio incoerente continuare a sostenere spese per Camera e Senato allo stesso livello dello stato ante la riforma costituzionale, nonostante sia diminuito di un terzo sia il numero dei senatori che quello dei deputati.
Nell’ambito del bilancio dello Stato vi è una miriade di spese che andrebbe sfoltita o eliminata, ma, si sa, il clientelismo è famelico e ministri, vice ministri e sottosegretari non sempre riescono a respingere tale famelicità.

In ogni caso, ritornando alle entrate, suggeriamo ancora una volta al Ministro di proporre questa Patrimoniale da tassare a montanti superiori a cento milioni. Ricordiamo ancora una volta che questa esiste in Svizzera e nessuno se ne lamenta.
Non vediamo perché i milionari italiani dovrebbero lamentarsi. Crediamo proprio che non lo farebbero.

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