Il boia al condannato: “Ce la faremo” - QdS

Il boia al condannato: “Ce la faremo”

Carlo Alberto Tregua

Il boia al condannato: “Ce la faremo”

venerdì 05 Febbraio 2021

Ricordate quella battutina ricorrente piena di ottimismo e di forma senza alcuna sostanza? Il boia che dice all’impiccando mentre insapona la corda: “Ce la faremo”. Ci rammenta una frase analoga detta da ottimisti di forma, che poi nella sostanza non hanno nulla per realizzare quanto necessario e utile a risolvere i problemi.
L’attuale crisi politica, che dovrebbe andare a soluzione col Governo Draghi, denota debolezza delle istituzioni, non capaci di affrontare con necessario vigore e opportuna competenza i macigni che sono in groppa a tutti i cittadini, da Nord a Sud, con particolare riferimento a quelli che abitano la parte meridionale del territorio.
La pandemia ha colpito un Paese già in ginocchio, con un Sud derelitto e un Nord che faticava a reggere la concorrenza internazionale, pur con ottime chances.
La pandemia ha trovato istituzioni che hanno dilapidato cospicue risorse per dare mance a destra e a manca, sussidi, assegni di povertà e quant’altro, con lo scopo di acquisire favori e, conseguentemente, voti.

L’ottimo Gentiloni è riuscito a far convergere le ormai famose cospicue risorse del Recovery in direzione dell’Italia, ma tutti i politici di basso rango hanno continuato a parlare di fiumi di euro che sarebbero arrivati, dimenticando totalmente che la verità è tutt’altra.
Via via che l’informazione italiana approfondisce le proprie conoscenze, emerge tale verità è cioé che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dovrà essere riempito di progetti redatti secondo i regolamenti comunitari, i quali prevedono condizioni stringenti, senza la cui osservanza le risorse non verranno date.
Dunque, occorre un governo di competenti, quale quello presieduto da Draghi, che sappia scegliere quali progetti mandare a Bruxelles, ma anche che abbia la forza politica di fare le riforme richieste e condizionanti e cioé quella di pensioni, giustizia e Pubblica amministrazione.
Le tre riforme devono ribaltare l’attuale situazione, ma per farlo occorrono persone che abbiano consapevolezza dello stato comatoso dei settori e la forza morale, oltre che politica, di procedere al ribaltamento.
Dobbiamo segnalarvi un’anomalia nei comportamenti del Commissario straordinario Domenico Arcuri. Riguarda la commissione di sessanta milioni di euro pagata dal fornitore cinese a un intermediario italiano per la vendita di mascherine pari a 1,2 miliardi. Rammentiamo che non vi era bisogno dell’intermediario – e quindi si potevano risparmiare sessanta milioni – bastava che l’operazione fosse stata gestita dal ministero degli Esteri attraverso la propria Ambasciata in Cina, che avrebbe potuto contattare direttamente il fornitore.
Una seconda anomalia si riferisce all’incarico che la Struttura commissariale ha dato ad alcune agenzie interinali, cioé quelle aziende che mettono in contatto domanda e offerta di lavoro. L’incarico è consistito nel trovare medici e infermieri, anche in pensione, disposti a rinforzare la prima linea del sistema sanitario. Quindi si è trattato di fare telefonate. Ma non vi erano i Centri per l’impiego regionali (Cpi) e i Navigator che potevano fare questo lavoro a costo zero, anziché spendere 25 milioni di euro?

Se moltiplicate i due esempi per molte volte, potete farvi un conto alla grossa delle somme dei cittadini che sono state spese in casi analoghi a quelli esemplificati prima.
Man mano che verremo al corrente di altri fatti simili, li porteremo alla vostra attenzione, perché possiate valutarli obiettivamente.
Ora siamo di fronte a un decennio in salita erta. Ci vogliono buoni garetti e requisiti straordinari per arrivare in cima alla salita. Purtroppo dobbiamo tener conto che questa è la classe politica che i cittadini hanno mandato in Parlamento e, per conseguenza, al Governo.
Ecco che si rende indispensabile la voce della gente comune, ma anche quella della classe dirigente civile, sostenere Draghi e il suo Governo per fare quello che non è stato fatto fino a oggi: un programma serio e concreto da realizzarsi con un ferreo cronoprogramma.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017