Il futuro delle imprese passa dalla formazione - QdS

Il futuro delle imprese passa dalla formazione

Irene Milisenda

Il futuro delle imprese passa dalla formazione

sabato 22 Giugno 2024

Difficoltà e prospettive dell’occupazione in Sicilia nelle parole di Giuseppe Pullara, segretario regionale di Conflavoro Pmi. “Cerchiamo di offrire alle aziende associate l’affiancamento costante e il dialogo continuo con politica e istituzioni”

PALERMO – Cresce di anno in anno la disoccupazione giovanile; la situazione sull’Isola è sempre più grigia, tanti cercano un lavoro e tante imprese cercano di assumere, ma questi due mondi difficilmente riescono ad incrociarsi. La Sicilia si piazza in quinta posizione tra le regioni europee per percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che sono disoccupati, e alla seconda posizione italiana per percentuale di popolazione disoccupata tra i 15 e i 74 anni.

C’è un divario tra il mondo scolastico e il mondo del lavoro

“C’è un divario tra il mondo scolastico e il mondo del lavoro. I giovani – dichiara Giuseppe Pullara, vicepresidente nazionale e segretario regionale Conflavoro Pmi Sicilia – devono essere adeguatamente formati e incentivati. Non c’è crescita occupazionale ed economica senza un’adeguata formazione che sappia centrare le esigenze reali di un territorio e delle aziende che lo popolano. Siamo al 58% di disoccupazione e il dato è preoccupante”.

Conflavoro pmi, dialogo continuo con politica e istituzioni

“Noi stiamo cercando di offrire alle imprese associate – prosegue Pullara – l’affiancamento costante e il dialogo continuo con politica e istituzioni, perché vogliamo far ritornare i nostri giovani che sono andati via affinchè possano investire qui nella loro terra”. Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono state il 59% del totale, rispetto al 57% del 2022, e hanno programmato 301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani. I settori che più ricercano giovani sono stati quelli del commercio, servizi culturali e sportivi, turismo e ristorazione, sanità e costruzioni. Di recente Conflavoro ha presentato, alla presenza dell’assessore alle Attività produttive della regione Siciliana, Edmondo Tamajo, un Centro Studi a servizio delle aziende associate che svolgerà un ruolo di supporto alle imprese, fornendo informazioni e analisi per comprendere i trend di mercato e quindi per aiutarle a sviluppare strategie di business.

“Si tratta di uno strumento utile, che diverrà uno stimolo per l’accrescimento delle professionalità in seno alle imprese – spiega il segretario di Conflavoro Sicilia – ed avrà, inoltre, un significativo valore poiché la conoscenza e l’analisi dei dati, lo studio delle norme, la redazione di dossier, nonché le proposte legislative su diversi temi che saranno presentate determineranno, ne sono convinto, provvedimenti di rilevante importanza per la crescita delle piccole e medie Imprese”.

Si è parlato anche di intelligenza artificiale

Durante la presentazione si è parlato anche di intelligenza artificiale e dell’apporto che può portare alle aziende, “uno strumento che se viene utilizzato bene più aiutare tanto nella produzione. Noi in Italia siamo già in ritardo, in America 1 su 2 aziende utilizzano l’Intelligenza artificiale e nessuna impresa ha licenziato”, ha commentato Pullara. Conflavoro punta anche sulle donne, e non a caso ha lanciato “Conflavoro Impresa Donna”, percorso grazie a cui le donne si riappropriano della capacità di compiere scelte determinanti, tanto nella propria vita personale quanto nella propria carriera professionale, mettendo al centro del dibattito con le istituzioni le numerose tematiche correlate alle lavoratrici e, in particolare, le donne che scelgono di fare impresa.

La donna ha una marcia in più, noi riteniamo – prosegue Pullara – che una donna può essere a capo di un’azienda. L’ambizione di questo progetto, è proprio quello di andare oltre una visione di questo genere, passando anzitutto per il superamento di un approccio culturale ormai obsoleto per le caratteristiche della società in cui viviamo. Si tratta quindi di valorizzare la professionalità, le competenze e il dinamismo delle nostre donne imprenditrici”.

Ma le aziende devono essere anche più sicure, gli infortuni sul lavoro sono una piaga con pochi eguali. “I dati che abbiamo sono la testimonianza – aggiunge ancora il vicepresidente di Conflavoro Pmi – di come una sicurezza sul lavoro carente sia un male assoluto che colpisce tutti indistintamente, a prescindere dall’esperienza professionale e dall’età anagrafica”. “Per rimediare, occorre trasmettere la formazione sulla sicurezza fin dai banchi di scuola, serve rendere – conclude Pullara – più applicabile la sicurezza stessa, magari privilegiando una semplificazione burocratica a vantaggio di una implementazione concreta della prevenzione, ed è necessario il sostegno economico dello Stato alle aziende, mediante credito d’imposta sui costi sostenuti per adempiere ai molti, e giusti, obblighi in materia che devono affrontare”.

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