Se si guarda alla probabile Lista del PD siciliano per le europee capiamo perché si trova all’opposizione e non al governo dell’isola
Se si guarda alla probabile Lista del PD siciliano per le europee capiamo perché si trova all’opposizione e non al governo dell’isola. C’è qualcuno, a cominciare dalla Schlein, che si è impegnato nella costruzione del partito in Sicilia, per la sua crescita, per i temi fondamentali che interessano i siciliani? Se si guarda ai primi nomi in lista la risposta è sostanzialmente deludente, il PD siciliano sembra ricalcare la candidatura dei papà stranieri che fu di Forza Italia alle scorse elezioni, con la Fascina, quasi sposa di Berlusconi, che non mise i piedi nell’isola.
Forse un partito leaderista può permetterselo, ma il PD teoricamente è un partito collettivo, plurale. Anche se sta pensando di mettere il nome Schlein sulla lista, come farebbe un Salvini da cui si dissociano, forse nei post ma non nel metodo. Possibile che non ci sia nessuno che si sia impegnato in politica in Sicilia in quel partito, con sedi aperte, dibattiti, incontri, testimonianza, atti amministrativi o politici, che si sia battuto in una piazza o incatenato ad un cancello, che abbia proposto o protestato, nulla? Terra coloniale, decisioni calate dall’alto, nessuna assemblea di discussione delle candidature, dei profili, una ricerca dei candidati condivisa con gli iscritti, i simpatizzanti, almeno un sondaggio con i like su Fb, nulla?
Nulla di tutto ciò nell’unico erede delle tradizioni popolari e collettiviste, solo un paio di paracadutati da Roma ai primi posti, voi siciliani zitti e mosca, con la emme piccola, perché la grande l’abbiamo abiurata. E la base, i consiglieri comunali, i sindaci dei paesi, i responsabili provinciali, i deputati regionali? Silenzio all’ordine dei capicorrente romani a cui ognuno si affilia, per tentare un giorno di essere cooptati tra gli ammaccabottoni della Camera o del Senato.
La migliore parola è quella che non si dice, sembra il nuovo motto del PD siciliano. L’unica testimonianza fuori dal coro sembra la candidatura di Peppino Lupo, una vita di impegno nella CISL per poi portare onori ed oneri, alcuni pesanti, nel PD, ex segretario regionale, capogruppo, uno da campo di lavoro più che di campo largo. Poi sembra il nulla, oltre che slogan e fard, più che fardello. Eppure il centrodestra qui amministrativamente non brilla, ma in compenso l’opposizione arranca. Tra le imprese che producono spediscono Bonaccini, qui che siamo, a parer del Nazzareno, improduttivi e beoti, spediscono Schlein e compagni. Una vita da colonia, e nemmeno di marca.
Così è se vi pare