Si può vivere tutta la vita con questo rodimento interiore, nutrendo sentimenti negativi contro tutto e tutti?
La pianta simbologica della Sicilia dovrebbe essere il Rododendro. Voi mi chiederete: “Perché sceglierlo al posto del ficodindia o dell’arancio?” Perché la semina maggiore che c’è in Sicilia e della mala pianta dell’invidia, il siciliano si rode dentro di ‘raggia’, l’invidia appunto.
E siccome la provincia di Pirandello, quella agrigentina, ha influenzato moltissimo l’isola, il ‘rodo dentro’ con le dentali agrigentine diventa rododendro. Per il siciliano l’erba del vicino è sempre più verde, anche quando è secca per mancanza d’acqua.
Se uno ha un successo imprenditoriale, guadagna bene, e mostra per caso il suo essere benestante, la frase tipica è “chissà cu c’è arrè”, chissà chi c’è dietro, considerando la persona in questione un mero prestanome di qualche delinquente. Ma anche sulla salute c’è invidia, infatti per non farsi invidiare rispondiamo sempre “un c’è male”, rifiutando un’immagine di benessere, quando ci chiedono come stiamo.
Se ci chiedono come vanno le cose di lavoro mai rispondiamo “tutto bene”, se no scatta immediatamente la raggia altrui. Ci limitiamo ad uno sconfortato “putissi andare megghiu”, scuotendo il capo con aria miserrima, potrebbe andare meglio, facendo smorfie e scongiuri.
Si può vivere tutta la vita con questo rodimento interiore, nutrendo sentimenti negativi contro tutto e tutti? Che vita è questa, senza mai accontentarsi di quello che si ha, ed essere felici per ciò che hanno gli altri. Siamo affetti dalla sindrome di Caino, probabilmente ha preso residenza in Sicilia, dopo aver sistemato suo fratello Abele. L’invidia ci limita in maniera paurosa per questo non siamo intraprendenti quando stiamo qui, e lo diventiamo, in maniera estrema, quando andiamo fuori dall’isola.
Dovremmo piantare una pianta di rododendro in ogni casa siciliana, per ricordarci che la mala pianta dell’invidia ci fa fare una vita di merda.
Così è se vi pare.