Il quadro era stato dato in prestito al Museo di Arte moderna di Trento e Rovereto per una mostra. La tela è stata collocata all’interno della Basilica Santuario di Santa Lucia al Sepolcro
SIRACUSA – Ha fatto ritorno a Siracusa, dopo il prestito dello scorso ottobre al Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) per una mostra, la tela del Caravaggio “Il Seppellimento di Santa Lucia”.
Il prestito al Mart, fortemente voluto dal suo presidente nonché critico d’arte, Vittorio Sgarbi, aveva sollevato parecchie polemiche e l’intervento di numerosi rappresentanti del mondo della cultura e della politica. Il quadro, che è di proprietà del Fondo edifici di culto (Fec) del ministero dell’Interno, è stato collocato all’interno di quella che dovrebbe essere la sua sede definitiva: la Basilica Santuario di Santa Lucia al Sepolcro.
Le fasi di scarico e l’ingresso e collocazione del quadro all’interno della chiesa sono state seguite con attenzione anche dal primo cittadino aretuseo, Francesco Italia, e dall’assessore comunale alla Cultura, Fabio Granata. Il dipinto è stato posto dietro l’altare maggiore ed è sostenuto da un sostegno anti-sismico.
All’interno della chiesa, nelle giornate precedenti il ritorno della tela, erano già stati effettuati tutti gli interventi di installazione del sistema di antifurto e anti-intrusione, e le verifiche necessarie per assicurare al quadro l’illuminazione più idonea.
Soddisfatto l’assessore Fabio Granata che ha così commentato: “Il ritorno del Seppellimento di Santa Lucia nel suo contesto naturale della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro alla Borgata, rappresenta un segnale di vita e di speranza per l’intera Città. Il Capolavoro, restaurato e collocato in piena sicurezza, darà un contributo eccezionale alla rigenerazione della Borgata. Al di là di ogni polemica, grazie al Mart e a Vittorio Sgarbi. Un grazie di cuore alla soprintendente, Donatella Aprile, ed al comitato spontaneo Caravaggio alla Borgata”.
In precedenza, al momento della partenza del quadro da Rovereto, Vittorio Sgarbi aveva detto: “Nella notte sotto la pioggia, ho accompagnato il dipinto del Seppellimento di Santa Lucia nel macabro rito del suo trasporto. L’ho fatto salire su un camion e l’ho visto partire. E spero di non sentire più la voce stridula di chi per Caravaggio non ha fatto niente. La Santa a Rovereto è stata benissimo. Adesso è in pericolo”.
Lo storico dell’Arte, Paolo Giansiracusa, che aveva fortemente criticato il trasferimento al Mart del capolavoro di Caravaggio, ha dichiarato: “Il Caravaggio aveva dipinto gli oltre 12 metri quadrati di tela nella stessa chiesa, accanto all’altare, per ambientarla in armonia con la luce e in sintonia alle ragioni della fede. Creò la nostra sindone, con la sua impronta drammatica e l’ultima immagine terrena di Lucia, nell’attesa che la Città potesse riavere le spoglie dalla Repubblica di Venezia”.
“Dopo varie vicissitudini – ha aggiunto – e dopo le collocazioni provvisorie, nella Galleria di Palazzo Bellomo e nel vano presbiterale della Badia, la nostra maggiore icona, opera di fede prima ancora che d’arte, ritorna nel suo luogo deputato, accanto alla colonna del martirio, a pochi metri dal sepolcro, in quella stessa luce autunnale che tanto aveva ispirato il Merisi. Adesso l’attendono un decreto di inamovibilità ministeriale e la musealizzazione a cura del Comune (erede della committenza) e della Diocesi”.