Il no del sindaco al trasferimento del Caravaggio - QdS

Il no del sindaco al trasferimento del Caravaggio

Luigi Solarino

Il no del sindaco al trasferimento del Caravaggio

mercoledì 27 Maggio 2020

Il dipinto del Caravaggio è conservato all’interno della chiesa di Santa Lucia alla Badia. Si oppone al prestito anche lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa: “I viaggi ne stressano la struttura”

SIRACUSA – Il “Seppellimento di Santa Lucia”, uno dei più celebri dipinti di Caravaggio, conservato all’interno della chiesa di Santa Lucia alla Badia a Siracusa, è al centro di aspre polemiche. Infatti ne è stato chiesto il prestito per una mostra organizzata dal Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) di cui è presidente lo storico dell’arte nonché parlamentare Vittorio Sgarbi.

Il dipinto dovrebbe essere trasferito al Mart entro la fine del prossimo settembre e ritornare a Siracusa entro la fine dell’anno, o al più tardi, a fine gennaio 2021. A compenso del prestito il dipinto sarebbe sottoposto a degli interventi di restauro e si realizzerebbe una teca protettiva per una spesa complessiva di 350 mila euro. Contrari al prestito si sono pronunciati il sindaco, Francesco Italia, e l’assessore alla Cultura, Fabio Granata.

“Il Seppellimento di Santa Lucia rappresenta uno dei tasselli fondamentali del nostro patrimonio artistico e una delle attrazioni più importanti della nostra Città per viaggiatori e turisti – affermano i due amministratori – Apprendiamo solo da notizie di stampa della presunta volontà di un prestito per una mostra organizzata al Museo di Rovereto. Non possiamo che esprimere la nostra contrarietà allo spostamento della preziosissima e fragile tela. Se qualcuno vuole trovare sponsor per un eventuale restauro (il quadro è già stato restaurato dall’Istituto Centrale del Restauro) saremo felici di questa opportunità ma non crediamo sia pensabile e neanche proponibile un prestito solo per la promessa di una teca e di un restauro non meglio specificato. L’identità culturale della Sicilia si difende non con i proclami ma attraendo viaggiatori e non certo prestando le nostre opere più preziose e delicate”.

Contrario al prestito anche lo storico dell’arte siracusano nonché docente all’Accademia di Belle Arti di Catania, Paolo Giansiracusa, che dichiara: “Apprendo con amarezza e grande preoccupazione che per la fragilissima tela del Seppellimento di Santa Lucia dipinta nel 1608, si profila un altro viaggio. Analizzando i dati statistici sui trasferimenti, per mostre e fiere, dei dipinti del Merisi, risulta che le grandi tele maltesi non sono mai state esposte fuori dalla Valletta, le opere romane di San Luigi dei Francesi non sono mai state staccate dalle loro pareti e così quelle di Santa Maria del Popolo e di Sant’Agostino, se non per questioni di manutenzione e restauro. Lo stesso dicasi per molte altre tele musealizzate presso istituzioni statali o private. Le opere del Caravaggio che vengono concesse con maggiore facilità sono quelle siciliane. Come mai?”.

“I viaggi ne stressano la struttura, ne compromettono la pellicola pittorica, ne accelerano il degrado – conclude Giansiracusa -. Se il dipinto necessita di restauro, i nuovi metodi e la nuova tecnologia hanno messo i musei siciliani in condizione di operare in autonomia, ad alti livelli. I viaggi della speranza di una volta non sono più giustificati. Se il dipinto necessita di una teca non c’è bisogno che vada a mostrarsi in Trentino per guadagnarsela. La politica locale e regionale, gli organi di tutela, il Fec (Fondo edifici di culto), non si lascino lusingare dalla contropartita del restauro superlativo e della teca miracolosa. Ciò che serve si può e si deve fare in Sicilia, con dignità, senza mettere a rischio l’opera”.

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