L’imbroglio dei partiti contro i cittadini - QdS

L’imbroglio dei partiti contro i cittadini

Carlo Alberto Tregua

L’imbroglio dei partiti contro i cittadini

mercoledì 07 Settembre 2022

I candidati non scelti dalla base

La nostra Costituzione, all’articolo 49, prevede che siano “i cittadini ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

L’esecuzione di tale articolo, però, non è stata conforme perché – come tutti possono constatare – i partiti si sono impadroniti della politica, strumentalizzandola per i propri fini in senso privatistico e occupando indebitamente seggiole governative e, in subordine, seggiole molto appetibili di società controllate dal Mef. Si tratta di centinaia di seggiole che hanno un grande potere sull’economia del Paese.

I partiti sono gusci vuoti, occupati da persone che rappresentano gruppi di potere aventi l’intento di condizionare l’economia a proprio uso e consumo. I gruppi di potere esercitano pressione affinché il Governo prenda decisioni a loro favore, anche se poi comunica che agisce nell’interesse degli italiani.
Ritornello ripetuto, soprattutto in questa campagna elettorale, da tutti gli esponenti più o meno di primo piano: “Gli interessi degli italiani”.

In cosa consiste l’imbroglio dei partiti che danneggia i cittadini? Nel fatto che essi scelgano i candidati da inserire nelle liste secondo le convenienze del leader di turno e del “cerchio magico” che gli sta accanto. Candidati che spesso sono paracadutati da Nord a Sud e viceversa e vengono proposti ai cittadini, i quali non conoscono niente del loro curriculum né di ciò che hanno fatto o disfatto precedentemente.

Cosicché i cittadini votano alla cieca perché danno il loro suffragio a persone che non conoscono, che possono diventare governanti.
Vi sarebbe bisogno di una legge ordinaria in applicazione dell’articolo 49 della Costituzione citato, con la quale si stabilisse un principio fondamentale di democrazia e cioè che i candidati debbono essere scelti dai cittadini, mediante elezioni cosiddette primarie, da svolgersi nei gazebo o anche in via digitale, come fa il Movimento 5 Stelle, unico partito in Italia.

Per altro non si tratta di un meccanismo nuovo, adottato più volte dal Partito democratico italiano ed anche da altri partiti esteri.
Per esempio, proprio in questi giorni, la Gran Bretagna ha scelto il nuovo primo ministro, Liz Truss, quarantasette anni, già ministro degli Esteri del Governo di Boris Johnson, che proviene da una famiglia liberal-democratica.

Ebbene, è stata sottoposta a primarie e l’hanno votata in via digitale ben 172 mila associati al partito dei Tory, quello stesso che dette alla Gran Bretagna un grande primo ministro, Margaret Thatcher, detta anche “Lady di ferro” per la sua determinazione a portare avanti riforme che rivoluzionarono l’economia britannica.

La fretta con cui è stata fissata la data elettorale del 25 settembre, soprattutto per il periodo estivo, forse ha impedito al Partito democratico di fare le primarie, che avrebbero evitato tante porcherie, consistenti nell’imposizione di candidati in collegi diversi dai loro luoghi di residenza e sconosciuti agli elettori. Ancora peggio hanno fatto gli altri partiti che non si sono sognati di fare le primarie.

La democrazia costituzionale deve andare di pari passo con l’economia di mercato ed ecco perché è necessaria la vigilanza dei cittadini sia sul potere legislativo che su quello esecutivo. Ma nel nostro Paese, la Costituzione, che alcuni dicono essere la più bella del mondo, non prevede una separazione dei due poteri, come spiegava Montesquieu nel suo capolavoro “De l’esprit des lois”.

Per cui, i parlamentari possono diventare ministri o addirittura capi del Governo, con la conseguenza che si verifica una miscela imbrogliona, perché il Parlamento non è più in condizione di controllare il Governo e il Governo, di fatto, diventa una cinghia di trasmissione del Parlamento.

Invece, i due poteri, separati, dovrebbero controllarsi l’uno con l’altro per evitare imbrogli o altre oscenità, che hanno tenuto il nostro Paese in uno stato di regresso negli ultimi trent’anni, dimostrato dal Pil che non è cresciuto.

È vero che i partiti si sono alternati al Governo, ma è anche vero che tutto questo non ha prodotto lo sviluppo socio-economico auspicato.

Occhi aperti, pertanto. Scegliamo bene i candidati in base a ciò che hanno realizzato nella loro vita e non perché sono simpatici o ci sono stati raccomandati.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017