Impara giocando: un “sogno” per sostenere bimbi e ragazzi che convivono con la disabilità - QdS

Impara giocando: un “sogno” per sostenere bimbi e ragazzi che convivono con la disabilità

Rossella Fallico

Impara giocando: un “sogno” per sostenere bimbi e ragazzi che convivono con la disabilità

Rossella Fallico  |
venerdì 24 Giugno 2022

Claudia Condorelli, presidente dell’associazione Il Faro-Famiglie oltre la disabilità, racconta il suo progetto al QdS. "Un’area attrezzata sostenibile per seguire i bambini nel percorso terapeutico"

CATANIA – Claudia Vincenza Condorelli è la presidente de “Il Faro – Famiglie oltre la disabilità”, un’associazione che si occupa di supporto alle famiglie che hanno figli con disabilità.

Il progetto “Impara giocando”

Con la sua associazione sogna, tramite il progetto “Impara giocando”, la realizzazione nel catanese di una struttura eco-sostenibile con l’obiettivo di accogliere le famiglie, sostenendole durante il percorso terapeutico dei propri figli, non perdendo di vista l’inclusione e l’aspetto ludico-ricreativo. Un luogo, dunque, dove si possa attuare un programma riabilitativo di rieducazione motoria e di inclusione a misura di bambino.

Il progetto prevede la creazione di un’area attrezzata, di circa 300 mq, con macchinari e con la presenza di terapisti specializzati per il post intervento di rizotomia dorsale selettiva, per tutti quei bambini che necessitano di esercizi per il rinforzo muscolare e che presentano patologie inerenti alla neuropsicomotricità. Inoltre prevede di realizzare, oltre a una camera multisensoriale, dei percorsi gioco terapeutici inclusivi creando delle aree che possano essere stimolo per i bambini e i ragazzi con esigenze speciali e normodotati. Non mancherà un’ala della struttura per l’accoglienza delle famiglie, così da trasformare l’attesa in momenti di condivisione e coinvolgimento.

Una struttura del genere non esiste in Sicilia

Una struttura del genere, ci racconta Claudia, purtroppo non esiste ad oggi in Sicilia. Realizzarla è molto complicato, anche perché servono fondi non indifferenti.

Lunedì 27 giugno alle ore 20:30 presso il Castello San Marco di Calatabiano avrà luogo l’evento di beneficienza “Famiglie Oltre”, giunto alla III edizione, per sostenere il progetto “Impara Giocando”. Tanti i protagonisti della serata, tra chef e cantine, in un evento che spazierà tra gusto e solidarietà. Il ricavato verrà infatti devoluto all’associazione, per sostenere Claudia nel suo sogno.

Abbiamo fatto due chiacchiere con lei, ecco cosa ci ha raccontato.

Come è nata l’associazione “Il Faro – Famiglie oltre la disabilità”?
“L’associazione è nata il 5 marzo del 2020, in piena pandemia, per volontà di una mamma che desidera che tutti i bambini e ragazzi abbiano la possibilità di vivere una vita degna di essere vissuta. Io sono la presidente dell’associazione e sono proprio quella mamma”.

Qual è l’obiettivo di “Impara giocando”, il progetto che sta portando avanti con la sua associazione?
“L’obiettivo è quello di creare una struttura d’eccellenza eco-sostenibile in cui le famiglie, con bimbi diversamente abili, siano accolte e informate e dove possano seguire determinati percorsi terapeutici. Molte famiglie sono spesso costrette a recarsi presso centri specializzati in Italia o all’estero, sostenendo enormi costi e sacrifici per usufruire di percorsi terapeutici adeguati a patologie spesso molto gravi e rare. Il nostro obiettivo è quello di realizzare la struttura, per la quale stiamo cercando un terreno nel catanese, dove inoltre poter creare un’innovativa camera multisensoriale utilizzando il metodo di Snoezelen. Ci piacerebbe accogliere le famiglie, sostenendole durante il percorso terapeutico dei propri figli, non perdendo mai di vista l’inclusione e l’aspetto ludico-ricreativo, creando spazi appositamente studiati, sicuri e adatti per le loro esigenze affinché possano, come tutti gli altri, socializzare, giocare, ridere ed avere una vita degna di essere vissuta”.

Come è nato tutto questo?
“Ho pensato a questo progetto dopo che mio figlio è stato operato di rizotomia dorsale selettiva e non esisteva, né a livello nazionale né a livello regionale, neanche in ambito privato, una struttura che si prendesse carico della riabilitazione dei nostri bambini. Ecco, è stato questo bisogno a spingermi a portare avanti il progetto, che si è trasformato in una battaglia a nome di tutti quei genitori che si trovano nella mia stessa situazione”.

Quali progetti ha già realizzato?
“Abbiamo avviato nell’ottobre 2021 un progetto della durata di sei mesi, dove dodici bambini con storie e difficoltà differenti, con l’aiuto di un personal trainer ed una terapista, hanno scoperto attraverso il gioco lo sport per cui potrebbero essere portati, con lo scopo di partecipare in futuro ad attività sportive inclusive con altri bambini. Questo è una goccia nel mare di ciò che vorremmo realizzare. Purtroppo i costi da affrontare sono tanti e il mio sogno è ancora in fase progettuale”.

Qual è il suo sogno?
“Il mio sogno è quello di realizzare questa struttura, ma i costi sono tanti e i supporti troppo pochi. Occorrerebbe che la Regione Siciliana, i Comuni e le realtà locali, fossero più presenti. Inoltre sogno un mondo in cui la comunità sia un sostegno e un supporto a tutte quelle famiglie abbandonate nella loro solitudine. Vedere un figlio isolato per paura o ignoranza fa veramente male al cuore”.

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