Impolitica economica

Impolitica economica

Impolitica economica

Giovanni Pizzo  |
lunedì 14 Agosto 2023

Costa poco essere impolitici in economia in Italia. Per le dichiarazioni, poi si vedranno i testi definitivi approvati in Parlamento...

Costa poco essere impolitici in economia in Italia. Per le dichiarazioni, poi si vedranno i testi definitivi approvati in Parlamento, sull’extraprofitti delle banche in seguito all’ultimo CdM prima delle ferie in Germania o in Inghilterra si rischierebbe l’impiccagione, non dai mercati, ma dall’opinione pubblica. In quei Paesi i soldi sono cosa seria, loro sono protestanti, la protesta cominciò contro il caro indulgenza. Loro lavorano e vogliono guadagnare, investire, risparmiare in modo sicuro, senza qualche politico velleitario che spari “minchiate” prima di andare in vacanza a giocare con paletta e secchiello con i soldi degli Italiani ridotti in sabbia. Perché di chi erano quei 9 miliardi bruciati e svaniti l’altro giorno?

In gran parte erano risparmi degli italiani, che erano stati convinti dal proprio direttore di banca che quegli investimenti in quel settore erano oro colato. Forse in Ruanda o in Malesia, non certo in Italia. Questa boutade estiva ha rivelato, a chi non lo aveva capito, tutta l’inconsistenza in politica economica di questo governo. Alleato della liberale America all’estero, quasi sovietico in Italia. In questo Paese si passa da Draghi a l’impoliticità economica. Che le banche, o altre aziende facciano profitto è nella natura del capitalismo. La Meloni ha deciso di passare ad una economia differente su suggerimento del nord coreano Salvini? Cosa è questa ipocrisia di denominazione extra profitto, cosa definisce, chi è l’arbitro di cosa è extra? Se un avvocato o un dirigente pubblico supera gli 80.000 netti è un extra profittatore, perché gli italiani sono poveri ed incazzati, e vogliono il salario minimo?

Gli diamo le banche, forse ebraiche, come nemico per distrarre il malcontento? Allora perché si vuole la flat tax? Le banche le devi regolamentare come in America, dividendo quelle che prestano soldi, da quelle che fanno solo investimenti finanziari. E magari avere il coraggio di tassare in maniera separata le seconde. Anche perché i tassi, a parte un differenziale, non sono in mano a loro ma alla BCE. Vogliamo tassare la Lagarde? Cacciamola semmai, e rimettiamo lì Draghi, che ne capiva certamente di più. Se abbiamo la forza di farlo. Se no è solo ridicolo velleitarismo. Infatti il giorno dopo i provvedimenti si nebulizzano, Giorgetti, che sarebbe solamente il Tesoro, si capisce che è contrario dal fatto che pur assente viene dato in un comunicato come allineato e coperto. Se fosse allineato perché era assente? Mica si discuteva del prezzo dello zenzero. Parlare, decretare su banche significa politica economica, politica del risparmio, quei 10 mld spariti in giornata, e non è presente il MEF?

Il denaro, le banche

Siamo alle comiche, se fosse vivo Berlusconi che ai soldi dava valore, col piffero che si faceva un decreto così pasticciato. È vero che l’Italia, paese cattolico, ha una visione peccaminosa del denaro e del profitto da quando Giuda incassò in maniera indegna i trenta denari, e la moneta ed i suoi usi, è sterco del diavolo, ma qui si aggiungono altre componenti. Una totale impreparazione in politica economica in un Paese che vanta tantissimi economisti di vaglia internazionale. E una visione sociale, populista senza gli studi economici e filosofici di Gramsci, che scimmiotta la sinistra rifondarola per qualche like in più in giornata.

Poi i like il giorno dopo svaniscono, come gli annunci, come il salario minimo, come la flat tax, come la crescita senza politica industriale. L’economia studiata a Gallarate o alla Garbatella non aiuta un Paese delle dimensioni e dello standing dell’Italia. Non stiamo parlando dei libri letti o non letti da Sangiuliano, ma del rating dell’Italia, del suo sistema finanziario. Come l’incredibile ordine del giorno sulla patrimoniale Fratoianni fatto passare per senso del ridicolo dalla maggioranza. Le cose sono gravi e dense di preoccupazione, l’inflazione in questi anni si sta mangiando il 25% dei redditi delle famiglie, ed il rischio povertà tra 4 anni allineerà almeno altre 2 mln di famiglie sulla soglia di sconforto economico. E noi pensiamo a decreti velleitari? Ma siamo seri almeno se non riusciamo ad essere competenti. Che poi vengono smentiti, dopo aver destabilizzato i risparmiatori, oltre che i fondi? Certo non quelli di Soros, gli speculatori sanno come guadagnare dal velleitarismo finanziario. Scommettono contro, e in Italia ci azzeccano. Ma un tinto ragioniere, un piccolo Brunetta, non dico un Modigliani, quello non ce lo potevamo permettere nemmeno 40 anni fa, questa maggioranza non ce l’ha? Rivoglio il vecchio Formica, quello per cui la politica era sangue e merda. Di sangue mi sa che ce n’è troppo poco, e non irrora il cervello. In compenso c’è molta abbondanza d’altro.

Così è se vi pare.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017