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Giovanni Pizzo  |
sabato 12 Agosto 2023

L'euro in più sul conto per tagliare la torta in un locale di Palermo diventa un caso: il commento.

Siamo già in pre vigilia di Ferragosto, lo si capisce perché il mood di questi giorni è il conto con il coperto, peraltro regolarmente scontrinato per un taglio della torta, portata da casa, in un locale del centro a Palermo. È tutto un vortice di commenti, sul web, che ovviamente della politica economica impazzita del governo non gliene sbatte per niente. Le cose serie su soldi e risparmi, possono appassionare i tedeschi o gli inglesi, non certo noi italiani, figurati i palermitani.  

Ma vediamo cosa è successo. Pare, scrive il giornale fondato da Girolamo Ardizzone, liberale che mai avrebbe scritto contro il libero mercato, che un cliente si sia inverecondamente lamentato di un conto che presentava una cifra di un euro a coperto per il taglio di una torta portata da casa. Ed abbia preso carta e penna per la pubblica gogna, cosa facile di questi tempi di “raggia” sociale. Meno facile che questa notizia di portata “epocale” venga pubblicata.  

Ora già portare una torta da casa è, andando in un locale, una cosa di dubbio gusto. Ci sta se l’hai fatta con le tue manine, se qualcuno è celiaco, se sei patito della sette veli originale e non puoi fare a meno della Cappello’s version. E soprattutto se nel locale dove vai hai l’equilibrio di spendere una cifra adeguata all’occupazione con venti persone di mezzo locale. Ma se il conto che spendi in quel locale è di 6 euro a persona siamo al limite dell’assurdo. In questi tempi di povertà, di RDC tolto a tanti, di inflazione galoppante ci può stare che non ci si possa permettere un budget adeguato.

Ma nessuno, soprattutto il medico, ti costringe a festeggiare coram populo in un pubblico esercizio in centro. Bastava una bicchierata con un dignitoso prosecco nazionale a casa, con la suddetta torta. No ovviamente, così che figura ci faccio con mia cognata e con il collega d’ufficio. Il primo problema del palermitano è la faccia, ci inventiamo le acrobazie più disparate per salvare la faccia a Palermo. Per cui andiamo in quel locale, perché è quello giusto, che piace agli amici, ma poi ci lamentiamo che per passare un’intera serata, un compleanno prende tempo si sa, c’è da aspettare che arrivino tutti, poi c’è la “scartata” dei regali con commento accurato, e quindi togliere tavolini di lavoro all’esercente, ci fanno pagare il coperto. Se magari ordinavi un tronchetto gelato per tutti, invece della torta portata da casa, il coperto non te lo facevano pagare, forse.  

Ma poi per 6 euro a persona, il conto al netto del taglio torta, con cosa hai festeggiato? Perché è praticamente un miracolo. Forse hai ordinato panelle e crocchè, un classico palermitano. Ma allora non era meglio se andavi dai fratelli Testagrossa a Piazza indipendenza o da Nino U’ Ballerino in corso Olivuzza? Loro il coperto non te lo facevano pagare. Magari dai Testagrossa non avevano le sedie sufficienti, ma ti potevi portare qualche sedia di “prastica” da casa insieme alla torta. Se per caso sei in forti difficoltà economiche, cosa di cui non ci si deve vergognare, può capitare a chiunque, non c’è nulla da festeggiare, a meno che non punti ai regali per sopravvivere. Se invece vai, in piena stagione turistica in un locale in centro di giro, per farti bello con gli amici, quel giro minimo non glielo devi togliere. E se il festeggiato fosse l’esercente di un locale, e capisse e sapesse, quanti costi e quanti sacrifici ci vogliono per portare avanti un pubblico esercizio a Palermo non si sarebbe lamentato con il giornale cittadino. Avrebbe con buon senso magari rinunciato a questo poco comprensibile festeggiamento, o avrebbe trovato un locale più adatto. La casa era piccola? Poteva invitare meno gente. Questa mania della faccia dei palermitani toglie l’attenzione ai neuroni. 

Così è se vi pare.

Foto di repertorio di congerdesign da Pixabay

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