Imprenditori in ginocchio: “Messina non ce la fa più” - QdS

Imprenditori in ginocchio: “Messina non ce la fa più”

Lina Bruno

Imprenditori in ginocchio: “Messina non ce la fa più”

martedì 11 Maggio 2021

Nei primi tre mesi del 2021 in provincia persi complessivamente 2.056 posti di lavoro rispetto al primo trimestre 2020. Piccoli segnali di ripresa per il commercio, tracollo per alberghi, ristorazione, ma anche per le attività artistiche e di intrattenimento

MESSINA – Si teme una crisi irreversibile per la ristorazione e le attività legate agli eventi, un comparto che da un anno continua a registrare chiusure e perdita di posti di lavoro. Lo stop di un’altra settimana, per la permanenza della Sicilia in zona arancione, getta nello sconforto gli imprenditori che erano già pronti a ripartire. “Stavamo lavorando per garantire a tutti uguali opportunità, – dice Carmelo Picciotto presidente di Fipe Confcommercio, che ha espresso le sue preoccupazioni anche al prefetto Cosima Di Stani; – avevamo ottenuto dall’Amministrazione comunale l’occupazione suolo in deroga anche per quegli esercizi commerciali che si affacciano su marciapiedi le cui dimensioni sono inferiori a quelle previste dall’attuale normativa. Fino ad oggi il Comitato dei Pubblici Esercizi di Messina, che rappresentiamo attraverso Fipe, Assoristoratori ed Alces, – continua Picciotto – ha agito nel rispetto delle normative, supportando e sostenendo le diverse prescrizioni, anche le più assurde, per evitare che il disagio serpeggiante tra i nostri esplodesse”.

Adesso la misura è colma sottolineano i rappresentanti datoriali che continuano a cercare soluzioni nel confronto istituzionale. “Abbiamo proposto all’Asp di Messina – dice Alberto Palella presidente Confesercenti – di collaborare, come Associazione, per le vaccinazioni dei nostri lavoratori e dei loro familiari. Non vogliamo solo i sostegni economici che ci spettano, abbiamo bisogno soprattutto di lavorare e tornare a vivere. Siamo stanchi di essere le vittime sacrificali sull’altare dell’incompetenza di tante figure che operano nei ruoli sbagliati”. A penalizzare la Sicilia è l’andamento lento della campagna vaccinale.

“Messina è tra le città in Italia con il più basso indice di contagi -sottolinea il presidente di Confcommercio. Abbiamo sottoscritto e proposto alla Regione, dove ancora giace senza risposta, un nuovo protocollo con le ulteriori giuste prassi per far diventare le nostre aziende ancora più sicure”. Al Prefetto il presidente Picciotto ha manifestato la volontà di Fipe-Confcommercio di mettere a disposizione la propria sede per la vaccinazione degli associati oltre alla disponibilità a farsi promotore di una ulteriore campagna di sensibilizzazione a sostegno della vaccinazione nel settore.

A dare supporto alle preoccupazioni degli imprenditori del comparto ci sono i dati del primo trimestre del 2021. Nella provincia di Messina sono stati persi complessivamente 2.056 posti di lavoro rispetto al primo trimestre 2020, un dato che avrebbe potuto essere ancor più drammatico, se non ci fosse stata un’inversione di tendenza con un + 1641 nel settore dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca; questo a fronte di 742 nuove attività iscritte rispetto alle 464 cessazioni, che hanno portato lo stock complessivo a 63.086 imprese. Secondo i dati elaborati dall’ufficio Statistica dell’Ente camerale, sulle rilevazioni effettuate da Movimprese, la perdita più consistente di addetti si registra nel Commercio all’ingrosso e al dettaglio (- 893), seguito dalle Attività di servizi di alloggio e ristorazione (-751), sanità e assistenza sociale (- 525), attività immobiliari (- 482) e attività artistiche, sportive e di intrattenimento (- 83).
Ma se il Commercio, la sanità e assistenza sociale e le attività immobiliari evidenziano piccoli segnali di ripresa, se si fa riferimento al IV trimestre 2020, non è così per le attività di servizi di alloggio e ristorazione, che registrano un’ulteriore perdita di 163 posti di lavoro, e per le attività artistiche e di intrattenimento dove se ne sono persi altri 33.

Gli effetti della pandemia sul nostro tessuto economico e imprenditoriale sono sempre più evidenti – afferma il presidente della Camera di commercio, Ivo Blandina – e conferma che le misure introdotte per il contenimento degli effetti della crisi sono state assolutamente inidonee e intempestive. L’analisi dei dati rileva come, da mesi, stiamo assistendo al tracollo delle imprese di alcuni settori, primo fra tutti il turismo e la ristorazione. bisogna evitare il definitivo collasso”.

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