Libri: imprese editoriali, +25 in cinque anni in Sicilia - QdS

Libri: imprese editoriali, +25 in cinque anni in Sicilia

Roberto Pelos

Libri: imprese editoriali, +25 in cinque anni in Sicilia

mercoledì 22 Maggio 2019

Risulta da un'indagine di Unioncamere relativa agli anni tra il 2014 e il 2019 (primi tre mesi): in generale si nota una contrazione del 4,8%. La nostra Isola in controtendenza: +16,3%

ROMA – Tra il 2014 e i primi tre mesi del 2019 le imprese italiane operanti nel settore dell’edizione dei libri sono diminuite del 4,8% passando da 4.179 a 3.980 unità, una contrazione a cui però ha corrisposto una crescita del 5,3% del numero degli addetti, che nello stesso arco temporale sono passati da 7.732 a 8.144 unità corrispondenti ad una media di sei addetti per ogni impresa. Lo dice Unioncamere-Infocamere che ha realizzato un’indagine dal titolo: “Editoria: sono 4mila i “custodi dei libri”.

Negli ultimi anni scomparse 200 imprese”, elaborando i dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio. Se guardiamo i dati sulla distribuzione regionale delle imprese editoriali che riguardano il periodo tra fine marzo di quest’anno e lo stesso periodo del 2014, notiamo che comunque per la Sicilia le cose non vanno male; nella nostra regione si trovano infatti 25 aziende in più, passate dalle 153 di cinque anni fa alle 178 dell’anno in corso con una variazione in percentuale del 16,3%. E però se una volta tanto, considerando l’incremento, da un canto le cose sono andate meglio alla nostra regione rispetto alle più industrializzate realtà del settentrione, d’altra parte le imprese editoriali delle regioni del Centro-Nord sono sempre di più di quelle siciliane.

Per fare qualche esempio, in Lombardia il decremento è stato di 82 aziende, passando dalle 1.074 del 2014 alle 993 di quest’anno (-7,6%) mentre nel Lazio c’è stata una riduzione di nove aziende (da 679 a 670 con una percentuale del -1,3%).

Per quel che attiene alla distribuzione degli addetti nelle imprese editoriali, nel 2018 in Sicilia erano 130, numero sicuramente esiguo rispetto ai 2.822 della Lombardia ma anche in confronto ai 1.228 del Veneto; la nostra regione, l’anno passato, faceva registrare una media di due addetti per azienda in una graduatoria in cui primeggiavano Trentino-Alto Adige (20) e Veneto (13).

Tra il 2013 e il 2018 nella nostra terra, in valori assoluti, c’è stata una variazione di 33 addetti, minore soprattutto rispetto al Veneto (515) mentre a c’è stata una forte diminuzione in Emilia-Romagna (-572); la variazione in percentuale degli addetti tra gli anni presi in considerazione, è stata per la nostra terra del 34,0%, inferiore in particolar modo, in confronto di nuovo al Veneto (72,2%) e alla Liguria (72,1%).

Dall’osservazione della forma giuridica adottata dalle imprese, emerge il profilo di un settore a due facce. Se è vero che, delle 3.980 imprese, quasi una su due (il 48%) è costituita nella forma di società di capitale, i dati mostrano come oltre un quarto (il 28%) siano imprese individuali. Quanto alla “governance”, la foto scattata a fine marzo scorso evidenzia un ruolo estremamente marginale dell’imprenditoria giovanile (che, con 119 imprese, rappresenta appena il 3% dell’intero settore), al pari della componente di imprese guidate da stranieri. Appare invece in linea con la quota complessiva che occupa nel mondo delle imprese (21,6% del totale), la rappresentanza di imprese femminili.

Notiamo infine, osservando sempre il rapporto di Unioncamere-Infocamere, come analizzando i bilanci delle 809 imprese del settore costituite nella forma di società (e che hanno presentato il bilancio in ognuno degli ultimi tre anni), il valore complessivo della produzione, riferito all’anno 2017, sia stato di oltre 1,6 miliardi di euro, in crescita del 10,6% in confronto a quello realizzato dalle stesse aziende nel 2015; in media, circa 2 milioni di euro pro capite.

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