Imprese soffocate dalla burocrazia, Miccichè: “Serve una rivoluzione” - QdS

Imprese soffocate dalla burocrazia, Miccichè: “Serve una rivoluzione”

Raffaella Pessina

Imprese soffocate dalla burocrazia, Miccichè: “Serve una rivoluzione”

venerdì 21 Giugno 2019

Ieri un convegno a Palazzo dei Normanni sulla crisi dell’economia isolana. Il presidente dell’Ars: “Sbloccare subito tutte le autorizzazioni”

PALERMO – La Regione Sicilia vuole aiutare le imprese dell’Isola per una ripresa dell’economia a favore anche della riduzione del tasso di disoccupazione.

Come passare, però, dalle parole ai fatti? Le iniziative studiate dall’assessorato alle Attività produttive sono state illustrate ieri nel corso di un convegno organizzato a Palazzo dei Normanni sul tema “Le nuove norme a sostegno delle imprese. Le iniziative della Regione Siciliana”. L’organizzazione è stata curata anche dalla Commissione paritetica permanente per il coordinamento delle iniziative di contrasto alla crisi di impresa.

“C’è un disagio reale delle imprese siciliane – ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive Girolamo Turano intervenendo al convegno – e stiamo lavorando al loro fianco per individuare ogni percorso utile alla crescita del sistema. Il nuovo ‘Codice fallimentare’ crea una serie di strumenti importanti che vanno conosciuti e utilizzati al meglio. Abbiamo illustrato agli imprenditori siciliani i principali istituti introdotti dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. La Regione intende fare fino in fondo la propria parte per promuovere le imprese che operano nel nostro territorio”.

A moderare l’incontro è stato Alberto Marino, coordinatore della Commissione paritetica permanente per il coordinamento delle iniziative di contrasto alla crisi di impresa. “Riuniamo – ha spiegato – gli Enti che a vario titolo sono interessati e coinvolti dalla crisi. Il nostro è un ruolo propositivo: abbiamo già predisposto proposte concrete come quelle sulla ristrutturazione del debito. Fra le misure allo studio della Commissione c’è il sostegno della Regione per la sottoscrizione di un’assicurazione che tuteli le imprese dai ‘danni catastrofali’. Se per esempio c’è un evento climatico che danneggia i capannoni di un’azienda, il danno non si limita alle strutture, ma ha anche effetti collegati come il blocco dell’attività, la perdita di clientela. Ecco, tutelare le nostre imprese da questo tipo di danni sarebbe di assoluta importanza”.

Al convegno sono intervenuti anche Renato Catuogno, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Alberto Scuderi delegato della Conferenza regionale dei dottori commercialisti, Gino Madonia coordinatore regionale legale dell’Inps, Carlo Biasco direttore regionale dell’Inail, e Filippa Valenti dirigente dell’Agenzia delle Entrate Sicilia. Presente anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè.

“Ogni giorno – ha detto il vertice dell’Ars – incontro imprenditori in crisi e la gran parte delle responsabilità è degli uffici regionali. Non sono presidente della Regione, ma se lo fossi farei una rivoluzione. Le imprese devono farsi autorizzare ogni cosa, siamo il Paese delle autorizzazioni. L’Amministrazione italiana funziona così, ma quella siciliana è ancora più lenta, appesantita dalla burocrazia regionale. Perché mai un dirigente dovrebbe firmare un’autorizzazione? In fondo se dice di no, se non firma, non gli succede niente. Se firma, il giorno dopo rischia di finire indagato. È il sistema sbagliato e la politica molto spesso non può incidere più di tanto. Se fosse per me, un dirigente che blocca un’autorizzazione provocando un danno all’impresa andrebbe licenziato”.

“Per mettere un impianto fotovoltaico a casa mia – ha aggiunto – ho dovuto aspettare due anni e mezzo e 28 autorizzazioni. E io sono Gianfranco Miccichè, quando entro in un ufficio mi conoscono. Due anni e mezzo, è assurdo. Per realizzare una finestra in una parete servono al massimo due giorni di lavoro e due operai. Sapete qual è il tempo medio per un’autorizzazione di questo tipo? Ben 350 giorni, quasi un anno di attesa per autorizzare poche ore di lavoro. Ecco la mia ‘rivoluzione’ se fossi presidente della Regione in un giorno sbloccherei tutte le autorizzazioni in attesa della firma. Volete sapere cosa può succedere? Succede che riparte l’economia e diventiamo ricchi”.

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