Imu, a Catania la stangata è più forte che nel resto del Paese - QdS

Imu, a Catania la stangata è più forte che nel resto del Paese

redazione

Imu, a Catania la stangata è più forte che nel resto del Paese

venerdì 12 Giugno 2020

Il 16 scade il termine. Meli (Uil): “In città si pagheranno in media 557 €, 22 in più del dato nazionale”

CATANIA – Restano pochi giorni per saldare l’acconto dell’Imposta municipale unica. Come nella stragrande maggioranza dei comuni italiani, nonostante la crisi economica, anche l’Amministrazione etnea non ha potuto rinviare la scadenza del pagamento per l’Imposta municipale unica, essendo una delle poche entrate sui cui le esangui casse di Palazzo degli Elefanti possono contare.

Dunque, il 16 giugno è l’ultimo giorno per saldare la prima parte del tributo senza sanzioni e interessi. Le aliquote, però, non sono state ancora deliberate (il termine scade il 31 luglio) e così intanto si pagherà, nella prima rata, il 50% di quanto versato a titolo di Imu per il 2019. A dicembre, poi ci sarà il versamento a conguaglio con le aliquote 2020.

Per molti catanesi si tratterà di una vera e propria stangata. “A Catania – spiega Enza Meli, segretaria regionale della Uil di Catania – si pagheranno mediamente 557 euro di acconto per le seconde case, 22 euro in più rispetto al dato nazionale, mentre a saldo ammonterà a 1.115 euro (45 in più) il costo totale”.

“Un salasso, qui più che in altri territori, in un momento di estrema difficoltà per molti lavoratori e pensionati”, continua Meli, commentando i dati del Rapporto nazionale Imu 2020 che ieri è stato diffuso dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio Uil guidato dalla segretaria confederale Ivana Veronese.

“Agli enti locali – esclama Enza Meli – chiediamo almeno di usare bene queste entrate. Ovvero per fare fronte alle tantissime, disperate, richieste di servizi e assistenza che arrivano dai cittadini più bisognosi”. Anche perché, sottolinea la segretaria Uil, spesso a pagare (per tutti) sono le categorie più in difficoltà, come quelle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che rappresentano in Italia il 41% dei proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale.

“Mentre migliaia di cittadini si stanno rivolgendo in questi giorni agli sportelli del Caf Uil per avere il giusto calcolo dell’acconto Imu – prosegue Meli – noi siamo costretti a ribadire al sindaco Salvo Pogliese e ai suoi colleghi in provincia la nostra protesta per la distanza che esiste tra buoni propositi e fatti concreti nella lotta agli evasori. Bisognerebbe provare vergogna nell’apprendere dal Rapporto Imu che in Italia l’evasione fiscale sulla tassazione immobiliare produce ogni anno un minor gettito per oltre un miliardo di euro”.

“Proprio perché questo territorio risulta tra i più tartassati – conclude – rilanciamo con particolare decisione la richiesta della nostra organizzazione nazionale perché venga finalmente approvata in Italia, dopo trent’anni di annunci, una riforma del catasto in grado di riportare equità nella tassazione sul mattone. Non servono maggiori prelievi, come si legge nel Rapporto Imu 2020, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili”.

Oltre all’imposta sulle seconde case, infine, il Rapporto prende in considerazione anche le somme dovute per le “seconde pertinenze”. Nel capoluogo etneo sono richiesti 39 euro per le cantine e 95 per i garage con un “sovrapprezzo” medio a carico dei catanesi che ammonta complessivamente a 25 euro. Lo studio Uil cita altresì le prime case di lusso che comporteranno una spesa di 1.775 e 3.550 euro a Catania, a fronte di un dato nazionale che si ferma a 1.305 e 2.610 euro.

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