Basta Covid, affrontiamo la povertà - QdS

Basta Covid, affrontiamo la povertà

Carlo Alberto Tregua

Basta Covid, affrontiamo la povertà

giovedì 26 Novembre 2020

Televisioni, radio, giornali di carta e web hanno un’informazione quasi tutta incentrata sull’epidemia. Anche il Governo, presidente del Consiglio e ministri con appendici sottostanti, si occupano quasi eslcusivamente di comunicare cosa fanno per frenarla.
È come se tutto il mondo si fosse fermato, come se i problemi dell’ambiente, dell’energia, della tecnologia, dell’innovazione e digitalizzazione, dell’immigrazione clandestina, della scassata Pubblica amministrazione e via elencando, non esistessero più.
E invece esistono, eccome. Non occuparsene adeguatamente con progetti e realizzazioni veloci è un comportamento criminogeno che fa aumentare il tasso di povertà del popolo italiano, e segnatamente di quello meridionale.
Non effettuare investimenti, non supportare gli apparati produttivi, non sostenere le partite Iva, significa il disastro economico.

Già, ecco il problema: la nuova povertà, la chiusura indiscriminata di esercizi pubblici, il divieto di transito tra regioni e tra comuni, la chiusura delle frontiere, stanno creando un deficit pauroso. D’altro canto, si poteva fare diversamente? Ebbene, sì. Si doveva fare diversamente e cioè bilanciare l’indispensabile necessità di controllare il virus circolante con l’altrettanto indispensabile necessità di sostenere la ruota economica e con essa l’occupazione.
Come è noto, la ruota economica gira se vi sono i consumi di ogni tipo, compreso il turismo, se si mantengono le esportazioni, se si aprono tutti i cantieri per opere pubbliche nuove, se si attivano altri cantieri per la riparazione idrogeologica del territorio, con particolare riguardo ai fiumi.
Ma chi dovrebbe fare tutto ciò? La Pubblica amministrazione che è in mano a dirigenti secolari e inamovibili, i quali hanno dimostrato la loro pochezza professionale, la loro subordinazione a interessi innominabili e la loro incapacità di gestire efficacemente dipartimenti e altre strutture loro affidati.
A monte di tutto ciò, abbiamo una classe politica improvvisata e incompetente, sia di maggioranza che di opposizione.
Basta occuparsi solo del Covid, si torni a dedicare energie ed attenzioni a tutte le altre questioni di cui ne abbiamo enumerata una parte.
Il Governo ha il dovere di occuparsi del presente, della fame che si sta diffondendo nella popolazione e del futuro, dello sviluppo, della nuova occupazione e di come fare a cominciare a diminuire l’enorme debito pubblico arrivato al 2.582 miliardi (settembre 2020). Questo debito aumenterà fortemente nel 2021per effetto dei ripetuti Decreti emessi per affrontare l’epidemia. Fino a oggi le spese stanziate hanno raggiunto i 140 miliardi.
Poveri giovani che dovranno rimborsarli. Noi non ci saremo, ma abbiamo il dovere di pensare alle pene che i nostri figli e nipoti affronteranno quando loro dovranno gestire il potere-dovere.
Fin dall’inizio dell’epidemia (31 gennaio con la dichiarazione dello Stato d’Emergenza) ci siamo preoccupati del bilanciamento fra l’urgenza di affrontarla e la necessità di mantenere uno standard di attività economica e occupazionale. Purtroppo inascoltati.

Perché il Governo, la maggioranza e le opposizioni, anziché blablare e beccarsi a vicenda sempre in tema di Covid, non si sono occupati delle altre attività indispensabili a mantenere in vita l’economia italiana, e soprattutto quella del Sud? La risposta è semplice: perché vanno in cerca di consensi giorno per giorno e non hanno la statura di statisti che invece progettano a medio e lungo termine.
Poveri noi a essere amministrati da codesta categoria di persone che prima di fare quello che stanno facendo, non facevano nulla. è dimostrato dal fatto che oltre un terzo dei parlamentari eletti il 4 marzo del 2018 non aveva presentato la dichiarazione dei redditi: che bravi cittadini!
In questo quadro, nel Sud si è attivato il Festival degli usurai che sono tornati alla ribalta sostituendosi agli istituti bancari e approfittando della fame nera che si è formata in gran parte delle popolazione. Promotore del Festival: attuali Governo e opposizione.

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