Serrare i ranghi e, soprattutto, chiudere la bocca. Ai dipendenti della Città metropolitana di Catania il monito è arrivato forte e chiaro, ma anche in via ufficiale. Dopo l’incendio che ha distrutto parzialmente il complesso Le Ciminiere, la conta dei danni è ancora in corso e restano imprevedibili i termini per un ripristino dei luoghi in quella che è l’unica struttura di dimensioni tali da ospitare eventi – si pensi all’EtnaComics – che attirano migliaia di presenze.
Enrico Trantino, nelle vesti di sindaco metropolitano, nei giorni scorsi ha fatto sapere che servirà trovare un modo per recuperare 17 milioni di euro. Una cifra non da poco, specialmente considerando che – prima del rogo – Le Ciminiere erano già oggetto di importanti lavori di manutenzione.
“Avevamo già avviato un percorso di riqualificazione dell’intero complesso, che avevamo ponderato nella cifra di circa 40 milioni di euro. L’incendio ha richiesto una rideterminazione dell’esigenza finanziaria, quantificata dagli uffici in circa 17 milioni. Dobbiamo comprendere dove attingere questa somma”, ha detto Trantino a margine di un incontro con i deputati regionali catanesi. L’obiettivo, chiaramente, è quello di riuscire a stanziare una cifra adeguata nella finanziaria regionale che dovrà essere votata il mese prossimo all’Assemblea regionale siciliana. Nel frattempo, però, fa scalpore una nota che è stata inviata a tutto il personale e in cui si chiede di evitare qualsiasi contatto con gli organi di informazione.
Incendio de Le Ciminiere, il monito ai dipendenti: “Niente dichiarazioni alla stampa”
“Divieto assoluto di rilasciare dichiarazioni e diffondere contenuti”. È questo l’oggetto della comunicazione, di cui il Quotidiano di Sicilia ha preso visione, protocollata all’indomani del rogo divampato nella struttura di viale Africa. A firmarla è stato il dirigente del servizio Pianificazione strategica e Progettazione europea Lorenzo Mari. Per conoscenza, la nota è stata inoltrata anche a Trantino e alla Segreteria generale dell’ex Provincia.
“Si comunica con la massima urgenza e fermezza che è fatto divieto assoluto a chiunque di rilasciare dichiarazioni, interviste o commenti di qualsiasi genere a testate giornalistiche, televisioni, radio, piattaforme digitali o a giornalisti che tenteranno di introdursi o avvicinarsi all’interno delle Ciminiere – si legge –. Inoltre, è vietato diffondere, pubblicare o condividere, anche attraverso i profili social personali, video, immagini o comunicazioni di qualsiasi natura riguardanti le attività interne o gli spazi delle Ciminiere”.
A rafforzare la perentorietà della comunicazione è anche l’avvertimento riguardante ciò che scaturirebbe da un mancato rispetto della prescrizione. “Ogni informazione, notizia o contenuto diffuso senza autorizzazione sarà considerato una violazione grave delle disposizioni interne. Le responsabilità – continua la nota – ricadranno direttamente personalmente su chiunque si renda protagonista di tali comportamenti, con conseguente applicazione di provvedimenti seri e immediati. La presente nota ha valore di disposizione ufficiale e vincolante. Si invita pertanto ciascun dipendente a mantenere il massimo riserbo e a indirizzare eventuali richieste esterne esclusivamente agli organi competenti. Il rispetto di questa direttiva – si legge nella conclusione – è obbligatorio e non ammette eccezioni”.
Parole alla politica
La consegna del silenzio ai dipendenti, all’indomani di quello che finora è stato ritenuto un incidente, è stata data in un momento in cui le ex Province – tanto le Città metropolitane quanto i Liberi consorzi – sono tornate a dotarsi di una rappresentanza politica, con l’elezione dei consigli, seppure con il voto di secondo livello riservato a sindaci e consiglieri dei singoli Comuni.
Se il personale è tenuto a non rilasciare dichiarazioni, a prendere parole nei giorni scorsi è stato anche il ministro Nello Musumeci, presidente della Provincia a cavallo tra anni Novanta e primi anni Duemila.
“Dobbiamo valutare, a Roma e a Palermo, a quali Ministeri e quali Assessorati rivolgerci. Diciassette milioni non sono 17mila euro – ha commentato Musumeci in merito alla necessità di trovare fondi per il recupero del complesso –. Abbiamo il dovere di capire, in un bilancio non ancora strutturato, dove potere attingere. Ricordo che il governo Meloni ha dato alla Regione quasi sette miliardi di euro da programmare per varie finalità: chissà che tra le pieghe di questa importante risorsa non possano emergere le somme necessarie per ridare dignità a Le Ciminiere”.
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