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Inchiesta sugli appalti in sanità, Romano scrive alla Camera: “Date le mia chat ai Pm”

Inchiesta sugli appalti in sanità, Romano scrive alla Camera: “Date le mia chat ai Pm”
Saverio Romano

Il coordinatore politico di Noi Moderati chiede che la Giunta per le autorizzazioni conceda “l’estrazione di una copia forense delle chat” intercorse tra Romano e “i coindagati Salvatore Cuffaro, Ferdinando Aiello, Sergio Mazzola e Alessandro Maria Caltagirone attraverso WhatsApp “al fine di consentire agli inquirenti di averne la piena disponibilità”

Francesco Saverio Romano, tra i 18 indagati dalla Procura di Palermo nella inchiesta su corruzione negli appalti in sanità, scrive una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Il coordinatore politico di Noi Moderati e presidente della commissione parlamentare per la Semplificazione chiede che la Giunta per le autorizzazioni conceda “l’estrazione di una copia forense delle chat” intercorse tra Romano e “i coindagati Salvatore Cuffaro, Ferdinando Aiello, Sergio Mazzola e Alessandro Maria Caltagirone attraverso WhatsApp “al fine di consentire agli inquirenti di averne la piena disponibilità”.

Inchiesta sugli appalti in sanità, si attende la decisione del Gip

Per tutti gli indagati la Procura ha chiesto la misura degli arresti domiciliari. Si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari.

La richiesta di Romano nasce dal fatto che per i parlamentari non possono essere utilizzate intercettazioni telefoniche se non autorizzate preventivamente della Camera d’appartenenza.

Romano ha respinto le accuse

Romano, che già nel corso dell’interrogatorio che si è svolto lo scorso 13 novembre davanti al Gip Carmen Salustro “ha respinto fermamente gli addebiti mossi”, sostiene che l’utilizzo delle chat “consentirebbe al sottoscritto di riscontrare quanto dichiarato nel corso dell’interrogatorio e chiarire ulteriormente la totale estraneità ai fatti contestati; la nozione di corrispondenza rilevante ai fini dell’articolo 68, terzo comma, Cost. comprende i messaggi elettronici scambiati tramite posta elettronica e applicazioni di messaggistica istantanea quali WhatsApp, trattandosi di forme di comunicazione scritta a distanza equiparabili alla corrispondenza epistolare tradizionale, la cui riservatezza è garantita da codici di accesso e dalla disponibilità esclusiva dei dispositivi”.

Domani, martedì 18 novembre, l’Ufficio di presidenza si riunirà su questa richiesta.

Inchiesta appalti, interrogato Vito Raso: “Contro di me accuse infamanti”

Intanto oggi p durato poco meno di due ore l’interrogatorio preventivo di Vito Raso, lo storico braccio destro dell’ex presidente della Regione Toto Cuffaro e tra gli indagati nell’ambito della maxi inchiesta su presunti appalti pilotati nel mondo della sanità siciliana. Raso è stato l’ultimo a essere ascoltato dal gip Carmen Salustro.

Raso avrebbe risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari, negando alcune delle accuse nei suoi confronti. “Contro di me accuse infamanti e infondate“, la lapidaria dichiarazione di Raso – accusato di aver organizzato riunioni e di aver fatto parte del sistema” illecito ruotante intorno all’ex governatore Cuffaro per controllare concorsi e appalti in ambito sanitario – all’uscita dal Tribunale.

Di fronte al gip, Raso ha negato di aver divulgato in anteprima le tracce del concorso dell’Assessorato alla Famiglia e del concorso per la stabilizzazione di 15 operatori sociosanitari del Villa Sofia di Palermo – due selezioni finite al centro dell’indagine della Procura di Palermo – con l’intento di favorire specifici candidati o associazioni/imprese a lui vicine. “Non ho mai recapitato le tracce del concorso per i sanitari per favorire dei candidati, e non ho mai diffuso prima i bandi dell’Assessorato alla Famiglia”, le sue parole.

Parlando di Cuffaro, lo storico ex collaboratore ha confermato di conoscere l’ex governatore “da 51 anni” e di essere perfino “andato a scuola con lui”.

Il legale di Raso: “Ha risposto a tutte le domande”

Vito Raso ha risposto a tutte le domande del gip. Al giudice abbiamo offerto una versione alternativa”, le parole del legale di Vito Raso, l’avvocato Marco Traina, dopo l’interrogatorio. Concluso il giro di interrogatori preventivi, il gip dovrà adesso decidere se accogliere la richiesta di arresto per i 18 indagati, accusati a vario titolo di corruzione, turbativa d’asta e associazione per delinquere.

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