Il Partito democratico protesta a Palermo dopo l’ennesima maxi inchiesta sugli appalti truccati e nomine guidate sulla Sanità Siciliana che vede la Procura della Repubblica chiedere gli arresti domiciliari per 17 persone in un elenco che include tanti nomi eccellenti della politica (primo fra tutti Totò Cuffaro) dell’imprenditoria e della classe dirigenziale. Nelle ultime ore il governo regionale ha preso i primi provvedimenti sospendendo tre dirigenti.
Ma gli esponenti del Pd siciliano hanno manifestato nel pomeriggio davanti all’assessorato alla Famiglia in via Trinacria per contestare il governo Schifani. Ma anche la segretaria nazionale Elly Schlein ha detto la sua: anche lei punta il dito sulla classe dirigente dell’Isola.
Si legge in una nota: “La Sicilia, vent’anni dopo, è ancora tenuta in ostaggio. Non sta a noi fare valutazioni sui reati commessi, ma le frasi delle intercettazioni riportate da tutti i giornali ci dicono una cosa, chiara e incontrovertibile: la gestione della sanità, gli appalti, bandi pubblici, perfino i concorsi sono piegati ad interessi clientelari e funzionali al mantenimento del potere da parte di una consorteria che impedisce ogni cambiamento e uccide futuro e speranza”.
La riflessione di Elly Schlein
Schlein aggiunge: “Nella regione che occupa stabilmente gli ultimi posti per speranza di vita, alcuni manager della sanità non si occupano della qualità dei servizi ma di rendersi disponibili agli interessi del loro riferimento politico. Nella regione, da cui emigrano ogni anno in migliaia, la selezione nei concorsi pubblici troppo spesso non dipende dalla preparazione ma dal rapporto di amicizia con il politico di turno. Nella regione che più di altre avrebbe bisogno di un terzo settore sostenuto ed aiutato i bandi erano usati come merce di scambio per favorire associazioni e consiglieri comunali ritenuti vicini”.
“Il problema non è solo Cuffaro ma chi guida la Regione”
Inoltre: “Quello che disgusta è il quadro di una amministrazione regionale tenuta ostaggio da un sistema di potere profondo e ramificato. A cui la destra strizza l’occhio dando a uomini come Cuffaro la golden share del governo. Per questo il problema non è solo Cuffaro, ma anche chi oggi guida la Regione. La destra è in crisi profonda, presa in lotte intestine e non è in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini, Schifani dovrebbe prenderne atto e trarne le conseguenze. È troppo facile sospendere solo tecnici e funzionari e non affrontare i nodi politici. Il campo progressista deve ricostruire, con i siciliani, una speranza di costruzione di una Sicilia davvero nuova. Che rompa legami, clientele, favori, relazioni con chi quest’isola ha solo saputo spremere facendo male al suo sviluppo”.
Il Pd protesta a Palermo con l’iniziativa “Mandiamoli via”
Nel pomeriggio, come detto, il Pd Sicilia ha manifestato davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Famiglia in via Trinacria a Palermo. L’iniziativa è stata lanciata nelle scorse ore dal Partito democratico siciliano sulla pagina Facebook.
In strada anche la presidente del Pd Sicilia, Cleo Li Calzi, i componenti della segreteria regionale Sergio Lima, Mari Albanese e Alfredo Rizzo, il presidente dell’VIII Circoscrizione, Marcello Longo, l’ex parlamentare Marika Di Marco e diversi militanti e iscritti.
“Schifani deve fare passo indietro, si assuma le sue responsabilità”
La vicesegretaria del Pd Sicilia, Valentina Chinnici, che ha partecipato alla manifestazione promossa dal Partito questo pomeriggio, parla della situazione e sottolinea: “Il presidente della Regione Schifani deve fare un passo indietro. Si assuma le sue responsabilità una volta per tutte. Non basta rimuovere i dirigenti, seppur ci troviamo di fronte a un livello di inadeguatezza disarmante, quando ci sono responsabilità politiche gravissime: divulgare informazioni riservate, distribuire i bandi agli amici a discapito di giovani, dei più fragili e di chi legittimamente partecipa mentre l’assessore non si accorge di nulla come il Presidente Schifani, è sintomo di un fallimento
Li Calzi: “Assessorato alla Famiglia è luogo pubblico”
La presidente del Pd Sicilia, Cleo Li Calzi invece spiega perché è stato scelto l’assessorato alla Famiglia: “Questo è un luogo simbolo: è l’ufficio pubblico che si era trasformato anche luogo di incontri da parte di Cuffaro che da qui distribuiva i bandi agli amici mentre decine di associazioni che avevano il diritto di avere quei fondi non li hanno potuti avere”.
Lima: “Schifani dimostra che il vero presidente della Regione non è lui”
“La scelta di Schifani di sospendere i dirigenti regionali – dice Sergio Lima – citati nell’inchiesta sul sistema Cuffaro è uno dei più penosi atti di vigliaccheria politica mai visti. Certo che andava fatto, ma se sospendi la dirigente e mezzo gabinetto dell’assessorato alla Famiglia e non dici una parola su chi reggeva politicamente l’assessorato stai solo mostrando di essere ancora e sempre sotto scacco. Se sospendi il dirigente che avrebbe incassato una tangente e non dici nulla sul deputato regionale che quei soldi consegna – conclude – stai solo dimostrando, per l’ennesima volta, di non essere il vero presidente della regione”.
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