Il Tribunale del Riesame ha deciso di concedere gli arresti domiciliari al deputato regionale Giuseppe Castiglione e all’ex consigliere comunale di Misterbianco Matteo Marchese, indagati nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Mercurio”. Il pronunciamento è di questa mattina e i due hanno lasciato il carcere di Bicocca nel corso della mattinata. La difesa di Castiglione, che è assistito dall’avvocato Salvo Pace, aveva contestato l’ordinanza chiedendone la revoca. Il collegio di giudici del tribunale di Libertà ha disposto una misura cautelare alternativa al carcere.
L’udienza
L’udienza si è svolta la settimana scorsa, poi i giudici sono entrati in riserva e hanno disposto che Castiglione lasci il carcere. Il parlamentare regionale tuttavia rimane sotto inchiesta e sottoposto a misura cautelare. All’udienza del Riesame era presente anche il pm Raffaella Vinciguerra.
L’indagato si è dimesso dalla commissione antimafia dell’Ars, dalla commissione affari istituzionali e dal gruppo “Popolari e Autonomisti”, ma non da deputato. Castiglione aveva scelto di rispondere al gip, nonostante avesse la facoltà di non rispondere, spiegando i suoi contatti e sostenendo di non aver mai immaginato che le persone che si erano presentate dinanzi a lui fossero vicine al clan dei Santapaola Ercolano.
L’accusa nei confronti dei due
L’accusa invece sostiene che Castiglione avrebbe ricambiato il sostegno elettorale alle elezioni dell’Ars del settembre 2022. Avrebbe ricambiato nei confronti di uno dei clan mafiosi più potenti e pericolosi della Sicilia Orientale, con l’affidamento di “lavori pubblici e di servizi pubblici, tra cui quello dei servizi funebri connessi alla gestione del Cimitero di Catania, nonché l’apertura di una nuova agenzia di onoranze funebri”.
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