Sono state rese note le intercettazioni di Totò Cuffaro, inserito nell’ordinanza di custodia cautelare emessa del gip nei confronti dell’ex Presidente della Regione Siciliana, che da oggi è agli arresti domiciliari. Esse si rifanno al 22 gennaio 2024 e parla delle nomine nella Sanità in Sicilia.
Le intercettazioni di Cuffaro: “Non voglio rotti i co….ni, voglio confermato Colletti”
“Io non voglio rotti i co….ni, ho detto con franchezza, io voglio confermato Colletti ah, ma se al Civico, no, gli ho detto… Marcè, non mi scassare la minchia sul Civico perché se no faccio saltare il banco, per essere chiaro, va”. E’ il 22 gennaio del 2024 e l’ex Governatore siciliano Salvatore Cuffaro non sa di essere intercettato. Parla delle nomine nella Sanità in Sicilia. Il contenuto delle intercettazioni è inserito nella ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti di Cuffaro, da oggi agli arresti domiciliari.
Il “disappunto” di Cuffaro con l’assessore Faraoni per l’impossibilità di vedere ampliato i posti banditi
L’ex Governatore siciliano Salvatore Cuffaro, nel corso di uno degli incontro con l’assessore regionale alla Sanità Daniela Faraoni, aveva espresso “il suo disappunto per l’impossibilità di vedere ampliato il numero di posti banditi, specie in considerazione del fatto che egli, per sua stessa ammissione, aveva “un sacco di gente” interessata e da accontentare”. E’ quanto si legge nella ordinanza di custodia cautelare che ha portato Cuffaro ai domiciliari.
Il Gip: “Cuffaro artefice trame, capo e promotore associazione”
“Carmelo Pace, Vito Raso e Antonio Abbonato si trovavano in posizione subalterna rispetto al Cuffaro, incardinati stabilmente ciascuno nei propri ruoli o comunque nei propri compiti In particolare, per il Pace (capogruppo Dc, all’ARS, ndr), che assurgeva a ‘organizzatore’, agendo in ambienti particolarmente ristretti ai quali gli altri due sodali non potevano avere accesso, ovvero presso i più rilevanti plessi della politica regionale, spendendo l’influenza che gli derivava dall’investitura datagli dal Cuffaro, il quale rimaneva il vertice indiscutibile del sodalizio – fornendo un contributo eziologicamente apprezzabile e concreto all’esistenza e al rafforzamento dell’associazione”.
“Tutti, è bene dire, convergevano con un apporto stabile e consapevole al raggiungimento dei fini illeciti del sodalizio, in cui erano accettati e di cui facevano consapevolmente parte e ciò a prescindere dalla partecipazione a uno o più reati-fine realizzati dall’associazione”. Infine, in un’ipotetica gerarchia dei ruoli ricoperti dai sodali, si può affermare che “Carmelo Pace fosse ancora più vicino al vertice (Cuffaro, ndr), con cui condivideva strategie e decisioni, fungendo da referente politico di quest’ultimo e assurgendo, nella struttura del sodalizio criminale, al ruolo di organizzatore”. Lo scrive il gip Palermo, Carmen Salustro, nella ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti in casa di Salvatore Cuffaro e due manager della sanità, Roberto Colletti e Antonio Iacono.
“Nella struttura dell’associazione per delinquere cosi impostata, perciò, Cuffaro era indubbiamente capo e promotore, come gia’ indicato: egli svolgeva un ruolo preminente in seno alla stessa rispetto agli altri associati, aveva poteri decisionali e deliberativi autonomi, sovraintendeva alla complessiva gestione del sodalizio, ricopriva incarichi direttivi e risolutivi nella vita dell’organizzazione e nel suo quotidiano agire rispetto ai propositi delinquenziali, contribuiva alle potenzialità pericolose del gruppo Cuffaro era l’artefice delle trame che intesse il sodalizio con pubblici funzionari, politici, imprenditori, era al vertice di tale struttura e come tale riconosciuto sia all’esterno, dai terzi che individuavano lui quale interlocutore privilegiato, sia all’interno dagli altri sodali, a lui subordinati: non a caso, l’ex governatore, pur agendo di iniziativa, si esprimeva utilizzando, sovente, la prima persona plurale, ‘noi’, conscio del fatto che le sue azioni producessero, sugli altri sodali, il totale allineamento alle sue volontà”, aggiunge il gip.
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