L’ex Presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro è appena arrivato al Tribunale di Palermo per essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per corruzione, associazione per delinquere e turbativa d’asta. La procura ha chiesto per Cuffaro gli arresti domiciliari. Sarà il gip a decidere dopo l’interrogatorio preventivo. Cuffaro era accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano.
Ressa di telecamere, di giornalisti per attendere l’arrivo di Cuffaro. Lui, vestito blu, ha tirato dritto, su consiglio dei suoi legali, gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, e non si è fermato con i cronisti. Solo una battuta davanti al metaldetector: “Sono fiducioso nella giustizia“. E basta. Oggi Cuffaro verrà interrogato, insieme con il deputato Carmelo Pace e il suo torico segretario Vito Raso. Su tutti pende una richiesta di arresto.
Arrivato in tribunale anche deputato Dc Carmelo Pace
È arrivato in Tribunale a Palermo il deputato regionale della Dc Carmelo Pace, indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati della Procura di Palermo. Su Pace, ritenuto uno dei bracci operativi di Totò Cuffaro, pende una richiesta di arresto, come per gli altri 17 indagati. L’accusa è di associazione a delinquere. Per l’accusa, il deputato della Democrazia Cristiana, che non si è fermato con i cronisti ad attenderlo, era “intraneo al sistema Cuffaro”.
“Era ancora più vicino al vertice Cuffaro — è scritto nella richiesta di arresto — con cui condivideva strategie e decisioni, fungendo da referente politico di quest’ultimo e assurgendo, nella struttura del sodalizio criminale, al ruolo di organizzatore”. Pace è peraltro anche vice presidente della Commissione Salute dell’Assemblea regionale nonché presidente del gruppo Dc: “Nell’ambito dell’attuale impegno investigativo — scrive il Ros nell’informativa di 1382 pagine — è soggetto di estrema fiducia di Cuffaro e plenipotenziario nell’area agrigentina, in cui ricopre il ruolo di referente fattuale per la corrente democristiana”.
In un’occasione, il deputato avrebbe fatto anche da tramite per una mazzetta pagata dall’imprenditore Alessandro Vetro e destinata a Giovanni Tomasino, il direttore generale del Consorzio di bonifica occidentale della Regione Sicilia.
Romano: “Non c’è una sola intercettazione che mi possa riguardare”
Sono 18 gli indagati, tra cui il leader di Noi Moderati Saverio Romano, che è stato interrogato ieri sera dalla Gip, respingendo tutte le accuse nei suoi confronti. Parlando della presunta segnalazione di una persona per un subappalto all’Asp Siracusa, Romano ha detto ai giornalisti: “le contestazioni sono quelle nei capi di imputazione”.
Sull’appalto di Siracusa ha spiegato: “Non è accaduto, non c’è stata nessuna possibilità che potesse accadere, perché ab origine non c’era nessun patto tra me e questi signori, ovviamente. E, quindi, non ci poteva essere, posto che non c’era il patto, nemmeno una ricaduta sul patto”. Secondo Romano, “il fatto al quale io devo necessariamente attenermi è che non c’è una sola intercettazione che mi possa riguardare. E anche nelle chat c’è mai un riferimento a patti criminosi”.
Lo sfogo di Cuffaro ai Carabinieri: “Caltagirone uomo di Forza Italia”
Agli atti della inchiesta c’è da qualche giorno anche una relazione di servizio dei carabinieri del Ros. Si tratta di uno “sfogo” raccolto dai militari dall’ex Presidente della Regione all’indomani delle perquisizioni. Cuffaro ha detto ai militari che il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone, sarebbe “uomo di Forza Italia” e che la accelerazione nella gara sarebbe stata frutto “dell’intervento di Romano Francesco Saverio”, come si legge nelle carte.
Cuffaro si sarebbe limitato ad aiutare Mauro Marchese, rappresentante legale della Dussmann che vinse l’appalto, ma perché “in passato aveva avuto delle divergenze con l’ex direttore generale dell’Asp, Ficarra; Marchese lamentava il fatto che Ficarra non li facesse lavorare”, come scrivono i carabinieri. Oggi Cuffaro risponderà alle domande della gip di Palermo.
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