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Inchiesta di Palermo, il manager Iacono dopo l’interrogatorio: “Sono amareggiato, segnalazioni non solo da Cuffaro”

Inchiesta di Palermo, il manager Iacono dopo l’interrogatorio: “Sono amareggiato, segnalazioni non solo da Cuffaro”
Ospedale Cervello di Palermo, foto da Imagoeconomica

La contestazione riguarda in particolare un concorso di stabilizzazione per 54 Oss dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, che si tenne nel giugno 2024

“Sono molto amareggiato…”. A dirlo, uscendo dall’aula 19 del Tribunale di Palermo, dove è appena terminato l’interrogatorio preventivo, è Antonio Iacono, il manager della Sanità per il quale la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari, insieme con altre 17 persone, tra cui Saverio Romano e Salvatore Cuffaro. L’interrogatorio è durato oltre un’ora.

La contestazione riguarda in particolare un concorso di stabilizzazione per 54 Oss dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, che si tenne nel giugno 2024. E Colletti era il Presidente della commissione esaminatrice. Per l’accusa ci sarebbe stato un “patto corruttivo” tra lui, Cuffaro e Vito Raso, anche quest’ultimo indagato, per fare vincere le persone segnalate.

Inchiesta di Palermo, l’avvocato di Iacono: “Tutti i 54 concorrenti erano destinati all’assunzione”

Ho ricevuto diverse segnalazioni, non soltanto da Cuffaro, ma anche da altre persone… Ma nessuna segnalazione ha avuto seguito. Tutti i 54 concorrenti erano destinati ad essere assunti, in vista della stabilizzazione”, ha spiegato davanti all’aula, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Mauro Torti.

“I pubblici ufficiali Colletti (l’altro manager indagato e interrogato sempre oggi ndr) e Iacono”, si legge, invece, nell’atto di convocazione degli indagati per l’interrogatorio davanti al Gip e notificato alle parti, avrebbero compiuto atti contrari ai doveri di ufficio e in cambio “accettavano utilità e promesse di favori, incarichi e sostegno politico da Cuffaro e Raso (intermediari di riferimento con i vertici dell’amministrazione regionale)”.

“Nulla di tutto ciò- dice oggi Iacono -dovevamo fare tutto in tempi brevi, altrimenti avremmo licenziato 54 persone e l’azienda andava in default. Se questa è una colpa me ne assumo la responsabilità”. Sulle intercettazioni dice: “Ci sono presunte conversazioni veramente ridicole, cioè poi sono i fatti quelli che contano”. In particolare, i due indagati (in tutto sono 18) avrebbero fatto in modo che fra i vincitori del concorso risultassero soggetti segnalati da Cuffaro. Raso avrebbe ricevuto e consegnato in anteprima ai candidati le tracce del concorso. La contropartita di Colletti sarebbe stata la conferma della nomina a direttore generale di Villa Sofia-Cervello. Iacono, invece, avrebbe ricevuto le promesse di conseguire l’incarico di direttore dell’unità di Anestesia e rianimazione della stessa azienda.

Iacono si difende: “Nessun favoritismo, ritirai candidatura per avanzamento carriera”

“I magistrati mi contestano di aver ricevuto in cambio dei favori per il concorso a Villa Sofia la promessa di un avanzamento di carriera ma io avevo ritirato la mia candidatura da tempo, perché non ero interessato”. Così Antonio Iacono, dirigente del Trauma center dell’ospedale Villa Sofia di Palermo prima di lasciare il Tribunale dove è stato interrogato nell’ambito dell’inchiesta su appalti pilotati che vede coinvolto anche Salvatore Cuffaro. A difenderlo l’avvocato Mauro Torti. “Non si è trattato di vero e proprio un concorso, ma di una graduatoria per la stabilizzazione di tutti gli operatori socio sanitari in servizio. Si trattava di lavoratori che erano stati chiamati durante l’emergenza Covid e senza quella graduatoria sarebbero stati mandati a casa”, ribadisce Iacono. Iacono è accusato di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. “Non c’è stato alcun favoritismo tanto che poi furono tutti stabilizzati. I 15 vincitori avevano già un contratto a tempo determinato e sarebbe stati assunti a tempo indeterminato. Gli altri avrebbero perso il lavoro”, ha concluso.