Carlo Calenda torna a parlare della situazione giudiziaria e politica in Sicilia, Lo fa sferrando l’ennesimo attacco al governo Schifani e a Totò Cuffaro, relegato quest’oggi agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta sulla corruzione nella sanità siciliana. “Cuffaro lo conosciamo, non è una novità: la Regione va assolutamente commissariata al più presto”, le parole sui propri canali social del leader di Azione.
Il messaggio di Calenda
“Non c’era bisogno di una nuova inchiesta per conoscere la tempra morale e la serietà istituzionale di Cuffaro – scrive l’ex Italia Viva – La domanda che dobbiamo porci è come ha fatto a rientrare in politica dopo una condanna per favoreggiamento di mafiosi. La risposta è che i siciliani, per avere accesso a diritti che dovrebbero essere garantiti, sono obbligati a cedere il loro voto a questi figuri. È una situazione inaccettabile che si può risolvere solo con un prolungato commissariamento della Regione, finché i diritti costituzionali saranno ripristinati e i siciliani potranno tornare a votare liberamente”.
Oggi la svolta nell’inchiesta sugli appalti truccati
Come anticipato in apertura, oggi è arrivata la svolta nell’inchiesta su presunti appalti truccati nel campo della sanità in Sicilia: il Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri ha disposto infatti gli arresti domiciliari per Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana ed ex segretario del partito “Nuova Democrazia Cristiana” in Sicilia. Stesso provvedimento per altri due indagati, gli ex manager della sanità Antonio Iacono e Roberto Colletti. Per lo storico braccio destro di Cuffaro, Vito Raso, il Tribunale di Palermo ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e uffici direttivi di persone giuridiche per Mauro Marchese e Marco Dammone. È stata invece respinta la richiesta di arresti domiciliari per il deputato di Noi Moderati Saverio Romano, che in fase di interrogatorio aveva respinto le accuse attribuiteli.
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