Incidente sul lavoro a Panarea, De Vardo: "Operaio abbandonato, inasprire le pene" - QdS

Incidente sul lavoro a Panarea, De Vardo: “Operaio abbandonato, inasprire le pene”

Incidente sul lavoro a Panarea, De Vardo: “Operaio abbandonato, inasprire le pene”

Redazione  |
domenica 15 Dicembre 2024

Il quel territorio il lavoro nero regna sovrano con percentuali tanto spaventose, quanto inaccettabili, oltre il 90% di lavoro irregolare.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro prima di ogni cosa, no al profitto sulla pelle dei lavoratori, occorre sempre più formazione, prevenzione e norme stringenti, ma senza controlli e repressione non si va da nessuna parte”. Così il segretario generale della Feneal Uil Tirrenica Pasquale De Vardo.

“La Feneal UIL da lungo tempo denuncia la fortissima presenza di lavoro nero ed irregolare nella nostra isola – prosegue -. Quanto avvenuto alle isole Eolie è la triste conferma delle nostre denunce. Sono numeri enormi e fuori da ogni parametro ‘fisiologico’ le cicliche dimissioni di lavoratori di quel territorio alle quali fanno seguito vertenze che si caratterizzano per la totale assenza di qualsivoglia rapporto di lavoro regolare poiché il lavoro nero regna sovrano con percentuali tanto spaventose, quanto inaccettabili, oltre il 90% di lavoro irregolare”.

Imprenditore edile di Lipari accusato di sfruttamento di lavoratori

“Esprimiamo profonda soddisfazione e un sentimento di sincera gratitudine – dichiara Pasquale De Vardo -, in merito alla brillante operazione giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto guidata da Giuseppe Verzera che, a seguito delle puntuali indagini condotte dagli encomiabili Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Messina e del Nucleo Operativo Gruppo Tutela Lavoro di Palermo, ha portato all’emissione di una corposa ordinanza di misura cautelare del Gip di Barcellona contro un imprenditore edile di Lipari che, secondo le accuse della Magistratura, avrebbe sfruttato e ridotto in schiavitù un gruppo di almeno sette lavoratori marocchini, i quali sarebbero stati costretti a lavorare sette giorni su sette, oltre dodici ore al giorno e, addirittura, obbligati a vivere in condizioni di assoluto degrado dentro alcuni container. Tutto ciò sarebbe avvenuto in un quadro di totale mancanza di rispetto delle fondamentali norme contrattuali e, anzi, calpestando i basilari diritti riguardo i riposi, le ferie e con una paga pari a circa 5,70 euro l’ora”.

“Uno degli aspetti più odiosi di questa vicenda – continua il sindacalista -, che fra l’altro ha consentito l’avvio della corposa attività investigativa da parte dei Carabinieri, avviene quando la disumanità di questo aguzzino che si definiva imprenditore, tocco il culmine, abbandonò per strada un lavoratore, vittima di un grave infortunio, senza prestare il minimo soccorso ma intimandogli e minacciandolo di raccontare che l’incidente non era avvenuto in cantiere. Quindi, una situazione raccapricciante ed indegna che, come detto, conferma pedissequamente le nostre reiterate denunce sulle condizioni lavorative che vivono una moltitudine di lavoratori della nostra regione. Condizioni che nelle maestranze extra-comunitarie si trasformano in vera e propria schiavitù”. 

“Forte illegalità nel comparto dell’edilizia”

“Purtroppo, quanto avvenuto è la punta di un iceberg di forte illegalità che contraddistingue il comparto dell’edilizia – commenta Pasquale De Vardo – poiché il caporalato e il lavoro nero, l’elusione e il dumping contrattuale rappresentano le inevitabili conseguenze di un sistema privo di controlli che produce un esercito di lavoratori fantasma, incolpevoli. Auspichiamo una forte azione di repressione per colpire senza sosta e con sempre maggior vigore un vergognoso sistema che in nome del profitto si caratterizza scientemente per sfruttare e calpestare i diritti dei lavoratori, nonché per umiliare la dignità delle persone e schiavizzare i lavoratori” ha concluso.

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