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Sanità, rischio clientelismo con le esternalizzazioni: dall’indagine su Cuffaro all’imminente gara a Catania

Sanità, rischio clientelismo con le esternalizzazioni: dall’indagine su Cuffaro all’imminente gara a Catania
Ecco come si manifesta la patologia che ha stroncato l’indimenticabile direttore d’orchestra del Festival di Sanremo

L’indagine della Procura di Palermo sull’ex presidente della Regione racconta una Sicilia dove il rischio di irregolarità negli appalti è molto alto. Tra casi emersi e gare imminenti, l’attenzione è alta.

Il salotto di Totò Cuffaro era crocevia di sogni e promesse. Chi vi accedeva – ed erano in molti tra noti costruttori, aspiranti operatori socio-sanitari, pubblici funzionari – portava con sé una richiesta, che poteva assumere le forme del desiderio o del bisogno. Quando era poi l’ora di congedarsi, ai saluti del padrone di casa si aggiungeva una qualche forma di rassicurazione.

L’indagine della Procura di Palermo sull’ex presidente della Regione, tornato nell’agone politico con una centralità per nulla dissimulata dalla volontà di rimanere fuori dai palazzi, racconta la Sicilia di sempre.

Se le accuse di corruzione andranno provate in tribunale, lo sfondo su cui le vicende si sviluppano non necessita del vaglio di alcun giudice: accostarsi al potere resta per molti il modo migliore per tagliare un traguardo. Appalti, concorsi pubblici, nomine, poco cambia.
Tra le domande che verranno rivolte a Cuffaro durante l’interrogatorio, dal cui esito dipenderà l’accoglimento o meno della richiesta di arresto, molte riguarderanno l’appalto per i servizi di ausiliariato all’Asp di Siracusa.

“Noi, quello che possiamo dare come riscontro occupazionalmente, sicuramente. Se le cose vanno avanti, cerchiamo di essere tutti coerenti con questa cosa”, è la frase pronunciata da Mauro Marchese, legale rappresentante della Dussmann Service. A inizio 2024, Marchese avrebbe chiesto a Cuffaro di intercedere con il dirigente generale Alessandro Caltagirone – “un amico nostro”, lo definiva il leader della Dc – per favorire la Dussmann nell’aggiudicazione dell’appalto, dando in cambio la disponibilità ad assumere personale. La società, dal canto suo, ha preso le distanze garantendo di avere sempre operato all’insegna dell’etica e della trasparenza.

L’indagine su Cuffaro, gli appalti e il rischio dell’esternalizzazione del clientelismo nella sanità

L’esternalizzazione di servizi come l’ausiliariato può rappresentare un canale privilegiato per prendersi cura ancor prima che dei pazienti, dei clientes della politica. In una terra dove il lavoro resta uno dei bisogni più difficili da soddisfare, un’assunzione, anche a termine, è un modo per andare avanti.

Ad avere questa consapevolezza in qualche modo è stata la stessa Assemblea regionale siciliana che nel 2009 approvò una legge per limitare il fenomeno. “È fatto divieto alle Aziende del Servizio sanitario regionale ed agli enti pubblici del settore di affidare mediante appalto di servizi o con consulenze esterne l’espletamento di funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o di unità operative aziendali”, riporta l’articolo 21, ricordando come la violazione delle disposizioni comporti “la diretta responsabilità anche patrimoniale, del direttore generale”.

Come spesso accade in campo legislativo, la norma prevedeva anche le eccezioni. “Nei casi di comprovata necessità derivante da carenza di organico degli uffici o unità operative ovvero per cause non ascrivibili a scelte della direzione generale, è possibile derogare al divieto”, si legge, specificando che l’iter deve essere motivato dal direttore generale ma anche approvato dall’assessorato regionale alla Salute.

La gara al Policlinico di Catania

La notizia dell’indagine sul presunto condizionamento dell’appalto a Siracusa è arrivata mentre a Catania, per la precisione al Policlinico, si prepara una nuova gara per affidare a società esterna la messa a disposizione di operatori socio-sanitari e socio-assistenziali. Il bando, pubblicato una prima volta nel 2024 e poi rettificato un paio di volte negli ultimi mesi, è uno dei lasciti del dirigente generale Gaetano Sirna, andato in pensione, a Giorgio Santonocito, commissario ad interim in attesa di capire chi sarà il prescelto del governo Schifani.

Anche la gara catanese nasce sotto deroga. Ma con un livello di eccezionalità ancora maggiore: il Policlinico etneo, infatti, sta decidendo di avvalersi di un via libera che risale ormai a oltre tre anni fa e che era stato dato a patto di impegnarsi a cambiare lo stato delle cose.

“La procedura – si legge nella delibera con cui Sirna ad agosto del 2024 ha indetto la gara quadriennale del valore, includendo le eventuali proroghe, di oltre cento milioni di euro – è avviata sulla base dell’autorizzazione, ex art. 21 della L.R. n. 5/2009, all’esternalizzazione del servizio da parte del dipartimento regionale competente, previa verifica di questa azienda di pervenire a una riduzione delle ore da esternalizzare coprendo il fabbisogno con proprio personale interno qualificato o eventualmente disponibile a seguito della riorganizzazione della rete ospedaliera”.

Aumento della spesa

A dispetto delle richieste della Regione, il Policlinico catanese, che già dal 2015 gestisce il servizio facendo leva sull’autorizzazione prevista dalla legge del 2009, sembrerebbe avere deciso di puntare ancora di più sull’esternalizzazione dei servizi di ausiliariato.

In questi anni, infatti, il servizio costa all’azienda sanitaria circa 7,1 milioni all’anno al netto dell’Iva. A luglio scorso, i documenti per la nuova gara d’appalto hanno fissato la base d’asta annua in oltre 16 milioni di euro. Le cose non sono cambiate neanche il 24 ottobre scorso, quando Sirna, all’inizio di quella che è stata la sua ultima settimana da dipendente pubblico prima della pensione, ha annullato gli atti per indire una nuova procedura con durata stavolta triennale. La base d’asta è stata fissata in 62,3 milioni, pari a oltre 17 milioni di euro all’anno.

Contattato per una replica, il neo-commissario ad interim del Policlinico ha preferito non commentare. “Mi sono appena insediato, si tratta di atti prodotti dal manager uscente. Approfondiremo la vicenda”, ha chiosato Giorgio Santonocito.

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