L’Inferno riaccende l’economia, così Piazza Armerina si rilancia - QdS

L’Inferno riaccende l’economia, così Piazza Armerina si rilancia

redazione

L’Inferno riaccende l’economia, così Piazza Armerina si rilancia

giovedì 11 Agosto 2022

Oggi l’ultimo appuntamento con lo spettacolo che nel Castello Aragonese ha fatto rivivere gli immortali versi di Dante. L’assessore comunale al Turismo, Messina: “Per noi segnale importantissimo”

PIAZZA ARMERINA (EN) – “In questi giorni tra il pubblico del Castello Aragonese ho incontrato persone che venivano da Gela, Caltagirone, Catania ma anche stranieri. E questo per noi è un segnale importantissimo”. Con queste parole Ettore Messina, assessore comunale al Turismo e allo Spettacolo ha espresso la propria soddisfazione per le repliche piazzesi dell’Inferno di Dante, kolossal teatrale dei record prodotto da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily e già visto in questi anni da cinquantamila spettatori.

Oggi è l’ultimo giorno per godersi lo spettacolo che ha ottenuto anche in provincia un grande successo grazie al regista Giovanni Anfuso, agli attori e a quelle otto danzatrici selezionate nella provincia ennese da Fia Distefano. “Queste magnifiche ragazze – ha affermato la coreografa – che rispondono ai nomi di Chiara Barbera, Federica Bardaré, Giorgia Bardaré, Sara Campione, Rebecca Di Dio, Sara Guccio, Nicole Marino e Odile Platania con il loro lavoro hanno contribuito moltissimo alla riuscita di questa edizione, mettendo in tutto una grandissima energia. E il pubblico ha dimostrato di apprezzare molto la loro performance”.

Grandi consensi anche per gli attori, veterani dello spettacolo: Liliana Randi (Narratrice), Davide Sbrogiò (Ugolino), Angelo D’Agosta (Dante), Ivan Giambirtone (Virgilio), Giovanna Mangiù (Francesca da Rimini), Liborio Natali (Ulisse), Luciano Fioretto (Turista/Caronte) e il giovane Mirko Russo (Paolo/Diomede/ Arcivescovo Ruggieri). “Anche qui a Piazza – ha detto Sbrogiò – stiamo vivendo bellissimi momenti. Ogni sera c’è tanta gente ad applaudirci e questo ci fa comprendere il gradimento del pubblico per il passaparola che certifica l’alta qualità dello spettacolo. Un grande riconoscimento per tutte quelle persone, quasi quaranta, che lavorano a quest’enorme macchina”.

Vanno citati ancora, infatti, Riccardo Cappello che firma scene e costumi, Nello Toscano, autore delle musiche e poi l’aiuto regista Agnese Failla, Davide La Colla ed Enzo Valenti, rispettivamente light designer e sound designer, l’assistente scenografa Sara Lazzaro Danzuso, il datore luci Francesco Sequenzia, il fonico Giuseppe Ghisoli e il numeroso personale di staff.

E ogni sera, durante i ringraziamenti finali, sono autentiche ovazioni, soprattutto da parte dei più giovani. Grande è stato l’interesse dimostrato da questi ultimi fin dalle prove. Tanto che – a seguito delle numerosissime sollecitazioni e sposando l’idea del regista di organizzare incontri con la Compagnia – i produttori hanno deciso di concedere un consistente sconto ai gruppi di studenti e insegnanti per le repliche delle 22. Così, al termine di ogni rappresentazione serale regista, attori, danzatori e personale artistico e tecnico hanno illustrato ai ragazzi i segreti dello spettacolo. “Per cinque anni – ha Luciano Fioretto – abbiamo rappresentato l’Inferno di Dante in tanti luoghi meravigliosi della Sicilia. E ancora il pubblico rimane affascinato da questo spettacolo, non se ne stanca. Vedere tanta gente venire qui a Piazza Armerina per assistere a Inferno riempie il cuore di gioia. Grazie dunque a questo nostro pubblico”.

Pubblico che, come ha spiegato l’assessore Ettore Messina, diventa volano per l’economia del territorio: “Tutti questi spettatori da ogni parte della Sicilia e con loro il turista che ha deciso di visitare la Villa del Casale o che ha pernottato in uno dei cento B&B del territorio attratto dalla fama di questo spettacolo, hanno generato e genereranno sul nostro territorio un’economia diffusa di cui abbiamo tanto bisogno. Noi, infatti, siamo sì uno scrigno pieno tesori dal punto di vista dei beni culturali, ma ci troviamo nella provincia ennese, la più svantaggiata d’Italia sotto il profilo economico. È dunque questa la strada da seguire: investire su arte e cultura per motivare l’economia”.

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