La classifica elaborata dall'Unione Nazionale Consumatori: in aumento anche acqua e zucchero. Una mazzata annua per le famiglie
Per la top 30 dei rincari sulla base dei dati dell’inflazione, vincono i voli internazionali decollati del 128,1% su agosto 2021, al 2° posto l’Energia elettrica (libero + tutelato) che è più che raddoppiata in un anno con +102,9%, dove ancora una volta il mercato libero va molto peggio del tutelato con +135,9%, equivalente a una stangata aggiuntiva annua per una famiglia media pari a 858 euro contro un aggravio medio, tra libero e tutelato, pari a 650 euro. Medaglia di bronzo all’Olio diverso da quello di oliva (+62,8), che vince per gli alimentari e si traduce in un rincaro di 15 euro e 30 cent. E’ quanto emerge dalla classifica elaborata dall’Unione Nazionale Consumatori.
Gas ma anche prodotti alimentari
Al 4° posto il Gas naturale e gas di città con +62,5% che corrisponde a una maggior spesa annua pari a 362 euro. Seguono il Gasolio per riscaldamento (+43,6%), Gpl e metano (+40,1%), al 7° posto il Burro (+33,5%, pari a 9,37 euro) e Medaglia d’argento tra gli alimentari. Poi Supporti con registrazioni di suoni, immagini e video (+27,8%), la Margarina che con +23,6% si colloca sul gradino più basso del podio per il cibo. Chiude la top ten la Farina (+22,9%, +9 euro e 29 cent), 4° tra gli alimentari. All’11° posto il Riso (+22,4%), poi il cibo simbolo del made in Italy, la Pasta (fresca, secca e preparati di pasta), in sesta posizione per il cibo con +21,7% e un aggravio a famiglia pari a 30 euro e 47 cent.
Dal 15° posto al 30°
Si segnalano poi il Latte conservato (15°, +19%), il Gasolio per mezzi di trasporto (16°, +18,2%), i Gelati (17°, +18,1%), Alberghi, motel, pensioni e simili che con +15,7% rispetto alla scorsa estate sono al ventesimo posto della classifica generale ma al 1° posto per le voci legate alle ferie, tolti i trasporti e limitandosi alle vere voci tipicamente legate alle vacanze e all’estate, ossia alle divisioni di spesa Ricreazione, spettacoli e cultura e Servizi ricettivi e di ristorazione.
Poi Pollame (+15,6%) e Uova (+15,2%), 21° e 22° della graduatoria generale e che chiudono la top ten degli alimentari. Tra gli alimentari si segnalano, infine, lo Zucchero (+14,9%), il Pane, “solo” in 28° posizione con +13,6% ma che determina una mazzata annua a famiglia pari a 35 euro e 59 cent. Chiudono la top 30 le Acque minerali con +12,8%, pari a 19 euro e 37 cent.
La situazione in Sicilia
L’inflazione continua a salire e per molte famiglie siciliane questo significa ritrovarsi alla soglia della povertà. Secondo i dati resi noti dall’Istat relativi alle regioni e ai capoluoghi con più di 150 mila abitanti, ed elaborati dall’Unione nazionale consumatori, in Sicilia si registra un rincaro medio annuo di 1.757 euro a famiglia.
L’isola, che si pone ben sopra la media italiana, ferma al 7,9%, che si traduce in un aggravio di 1.717 euro, è seconda soltanto al Trentino Alto Adige, che sale al 9,7% e a ben 2.521 euro di aumento di spesa. La regione in cui sarà possibile risparmiare di più è il Molise, fermo al 6,9% e 1.263 euro, insieme alla Puglia, con il 7,9% e 1.279 euro di spesa in aggiunta. Le regioni più costose, insieme al Trentino Alto Adige, sono la Lombardia, (7,7% e 2.001 euro) e il Veneto (8,5% e 1.946 euro).
A Catania 1.954 euro in più, a Palermo 1.946
Se si guarda alle singole città, invece, su un totale di 32 città prese in considerazione, Catania e Palermo danno del loro peggio, ponendosi al secondo e terzo posto, in termini percentuali, segnando, rispettivamente, aumenti del 9,9% e del 9,8%, dietro soltanto a Bolzano, che sale al 10%. In termini monetari, a Catania si spenderanno 1.965 euro in più, mentre a Palermo si spenderanno 1.946 euro in più a famiglia.