Inflazione, una lieve flessione che non basta ai siciliani - QdS

Inflazione, una lieve flessione che non basta ai siciliani

Michele Giuliano

Inflazione, una lieve flessione che non basta ai siciliani

Michele Giuliano  |
sabato 18 Marzo 2023

I dati Istat elaborati dall’Unc registrano un piccolo calo. Ma con una percentuale del 10,5%, l’Isola è ancora sopra la media nazionale.

PALERMO – L’inflazione in Sicilia segna una lieve flessione ma non c’è proprio nulla da esultare. Catania, che si era distinta come la città con la maggiore inflazione in Italia, scende al secondo posto, con il 10,9% di inflazione annua nel mese di febbraio 2023, superata solo da Genova, all’11%.

I dati Istat, elaborati dall’Unione nazionale consumatori, mostrano come, in termini assoluti, Catania scenda al decimo posto, con un rincaro annuo per famiglia media di 2.164 euro, mentre il rincaro annuo per una famiglia di 3 persone è di 2.727 euro.

Se si guarda alle principali città siciliane, invece, Catania è seguita a stretto giro da Palermo, con una inflazione del 10,8%, e un rincaro annuo per famiglia media, di 2.144 euro; al terzo posto c’è Siracusa, al 10,4%, e un rincaro di 1.984 euro. La regione presenta una inflazione media del 10,5%, e una spesa aggiuntiva per famiglia di 1.962 euro.

Rispetto a gennaio si tratta comunque di un miglioramento seppur lievissimo: Catania si trovava al settimo posto in termini di rincaro annuo per una famiglia composta da 3 persone, con un aumento di 3.152 euro. A livello nazionale, a febbraio 2023, è Bolzano la città più costosa in termini assoluti per spesa media per famiglie composte da 3 persone, che arriva a 3.261 euro, ma con una percentuale del 9,3%, ben più bassa di quella siciliana.

Al secondo posto, Milano, al 9,9% con 3.213 euro, e quindi Ravenna, che risale al 10,3% con 3.137 euro. Al quarto posto Genova, la città con l’inflazione più alta d’Italia, e una stangata pari a 3.095 euro. La città più virtuosa è invece Potenza, con una inflazione del 6,5% e una spesa aggiuntiva per una famiglia media da 2 componenti di soli 1.284 euro, che arriva a 1398 se si aggiunge una persona al nucleo familiare.

In una prospettiva più ampia, i dati isolani non sono per nulla positivi: nonostante la Sicilia, con il 10,5% di inflazione media, abbia perso il primato nella classifica della peggiore inflazione, rispetto allo scorso anno è comunque salita di un punto percentuale: nel 2022 l’indice era del 9,7%, contro una media nazionale dell’8,1%.

Ormai la doppia cifra sembra essere una certezza, e ai freddi numeri, nella vita di tutti i giorni, si va ad accompagnare un quadro a tinte fosche in cui tante famiglie si ritrovano a dover spendere molto di più per le spese di base, dalla spesa alle bollette, con serie difficoltà ad arrivare a fine mese. E questo nonostante l’inverno più caldo di sempre in molti paesi europei, che ha permesso di risparmiare sui consumi, oltre al tetto al prezzo del gas.

In particolare, a raffreddare l’inflazione è stato soprattutto il mercato tutelato, mentre sono stati registrati aumenti relativamente al libero mercato. Un aiuto alle famiglie, secondo l’Unione nazionale consumatori, verrebbe proprio dalla proroga del mercato tutelato, che ormai vive le sue ultime settimane, considerato che per i condomini, i luoghi di culto e le associazioni, anche no profit, tutti assimilati alle microimprese, è prevista la chiusura, per l’energia elettrica, già al primo aprile 2023.

Secondo Unioncamere, inoltre, vanno prorogati il taglio degli oneri di sistema e la riduzione dell’Iva sul gas al 5%, anche per il secondo trimestre 2023, visto che con la legge di bilancio si è intervenuti solo fino a fine marzo. L’incidenza che hanno le bollette sia sui consumi delle famiglie sia sui prezzi imposti dalle aziende è estremamente importante e diventa punto strategico per calmierare i prezzi, con una emergenza inflazione che può soltanto dare il colpo di grazia a un mercato già in ginocchio.

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