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Influenza aviaria, focolai in Russia, perché fa paura all’Italia

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Influenza aviaria, focolai in Russia, perché fa paura all’Italia

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mercoledì 26 Maggio 2021

Le zoonosi rappresentano una potenziale minaccia che ha già portato a pandemie nel secolo scorso, come l'influenza spagnola e quella asiatica.

Si monitorano con cautela i casi di influenza aviaria verificatisi in Russia: “Nessun allarme, ma è necessaria una crescente attenzione”. Ad affermarlo è la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), sottolineando che dall’autunno 2020 in Russia sono stati registrati diversi focolai di influenza aviaria.

Il 21 febbraio, la Russia ha annunciato di aver individuato il primo caso di trasmissione all‘uomo del ceppo H5N8 altamente patogeno dell’influenza aviaria. Da quel momento è iniziato uno stretto monitoraggio, seguito in Italia anche dalla Simit. “Altri casi di infezione umana asintomatica sono stati registrati in Russia, senza apparente trasmissione secondaria interumana – spiega Francesco Castelli, Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Brescia e membro di SIMIT – Un recente articolo di Science riporta all’attenzione il potenziale pandemico di tali virus aviari, laddove eventuali mutazioni possano rendere i virus aviari più adatti alla infezione umana.

È quindi pienamente giustificata e necessaria l’esecuzione di piani di sorveglianza epidemiologica che vengono da anni eseguiti sull’avifauna e negli avicoli allevati a scopo zootecnico”. In Italia, rileva, “la rete degli Istituti Zooprofilattici rappresenta in tal senso una garanzia di eccellenza che garantisce analisi virologiche puntuali su uccelli morti, nonché campionamenti periodici e mirati. È necessario inoltre mantenere tutte le misure appropriate per evitare il contatto tra animali di allevamenti e uccelli acquatici selvatici mediante misure di bio-sicurezza, come indicato dalla normativa in Italia ed in Europa”.

Le zoonosi, ovvero malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo, di origine aviaria, rappresentano una potenziale minaccia che ha già portato a pandemie nel secolo scorso, con particolare riferimento alle pandemie influenzali (Influenza Spagnola, Influenza asiatica, influenza di Hong Kong). I virus influenzali responsabili sono definiti HPAIV (Highly Pathogenic Avian Influenza Viruses), caratteristici del mondo aviario selvatico. Dopo la diffusione dei virus aviari H5N1 e H7N9, che hanno causato infezioni umane ma senza trasmissione secondaria, “a partire dall’autunno 2020 sono stati registrati numerosi focolai di virus H5N8 ma anche H5N3, H5N4, H5N1, H5N5, tutti sottotipi – conclude Castelli – negli allevamenti del nord Europa”.

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