Infortuni sul lavoro in calo nel trapanese, ma serve puntare sulla sensibilizzazione - QdS

Infortuni sul lavoro in calo nel trapanese, ma serve puntare sulla sensibilizzazione

Pietro Vultaggio

Infortuni sul lavoro in calo nel trapanese, ma serve puntare sulla sensibilizzazione

giovedì 31 Ottobre 2019

Inail: nel 2018 sono scesi dell’1,2% in tutta la provincia. Flessione anche nel 2019. L’Anmil: “Normativa obsoleta che non risponde più alle reali esigenze dei lavoratori”

TRAPANI – Infortuni sul lavoro, una vera e propria piaga che tuttavia segna una riduzione dell’1.2 per cento rispetto al 2018 nel territorio trapanese.

Infatti, nei primi otto mesi del 2019, le denunce sono state 1.488 rispetto alle 1.506 dello scorso anno. Per quanto riguarda, invece, gli incidenti mortali, questi sono stati quattro, uno in meno rispetto al 2018.

Questi i dati, fonte Inail, resi noti lo scorso 13 ottobre, in occasione della giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, organizzata dalla sezione trapanese dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), per ricordare chi ha perso la vita o la salute sul posto di lavoro, ma anche per una profonda riflessione. “Senza dubbio – commenta Gioacchino Adamo, presidente Anmil – dobbiamo fare di più per aumentare e migliorare controlli e sanzioni. In attesa che questo auspicabile obiettivo possa realizzarsi, dobbiamo lavorare a fondo sulle coscienze e sulla cultura della sicurezza, attraverso azioni immediate che potrebbero essere coordinate dall’Inail, in qualità di garante della salute e sicurezza dei lavoratori”.

Il tema degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, in Italia, è ancora centrale sul piano economico e sociale, soprattutto per il valore di crescita sociale attribuito al lavoro. “Dobbiamo fare di più – prosegue Adamo – sul fronte della tutela delle vittime di infortuni e malattie professionali. Non possiamo dimenticare che, attualmente, la relativa disciplina è contenuta in un Testo Unico emanato nel 1965, che ha riordinato normative anche più datate. In quegli anni la società e il mondo del lavoro erano ben diversi da quelli odierni, con la conseguenza che oggi dobbiamo fare i conti con istituti obsoleti e con una tutela che non può più rispondere alle reali esigenze degli infortunati e delle loro famiglie”.

Al netto delle considerazioni, l’Anmil ritiene sia giunto il momento per una generale riforma dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, che sappia rendere la tutela più aderente al mondo di oggi, guardando al futuro.

“La sensibilizzazione dovrebbe essere rivolta direttamente alle aziende – conclude il presidente Anmil – attraverso un piano straordinario che preveda anche il coinvolgimento di volontari in qualità di consulenti, che possano fornire un aiuto vero, partecipato e di impatto, che vada oltre l’assolvimento delle norme e la regolarità burocratica”.

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