Nonostante l’incremento registrato nell’ultimo anno i brevetti targati Sicilia rimangono eccessivamente bassi. Ecco cosa ne pensa Giuseppe Pace è il presidente di Unioncamere Sicilia
La ricerca, le invenzioni, l’innovazione sono il motore di un paese. Senza questi elementi non c’è progresso o crescita economica che sia sostenibile. Una realtà, questa, che in Sicilia purtroppo è ben conosciuta. Nonostante gli sforzi dei cittadini e delle aziende che nel 2021 hanno presentato ben 290 domande di brevetto, di cui 140 hanno ottenuto la concessione europea. È quanto emerge dai dati che il Mise ha fornito in esclusiva al QdS sulla base del recente rapporto Uibm.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Pace è il presidente di Unioncamere Sicilia.
“In Sicilia abbiamo inventori di tutte le fasce d’età. Tanti sono i giovani laureati in economia, ingegneria energetica, meccanica e aerospaziale, molti sono artigiani trentenni, ma anche siciliani maturi capaci di inventare macchine nuove per l’agricoltura . C’è un importante fermento in Sicilia tanto che molti hanno partecipato a rassegne di settore dove hanno esposto le loro idee e quanto realizzato. Si parla di intelligenza artificiale, gestioni in tempo reale delle reti idriche, sistemi avanzati di telemedicina. Credo che il balzo in avanti così importante sia da ascrivere alla voglia di essere protagonisti con nuovi progetti nella propria terra dove certamente non mancano né idee né intelligenze. Ricordo che per brevettare un’idea, un prodotto si deve consegnare una congrua documentazione alla Camera di Commercio di riferimento”.
Nonostante l’incremento registrato nell’ultimo anno i brevetti targati Sicilia rimangono eccessivamente bassi se paragonati con quelli targati Lombardia o Veneto. A cosa o a chi è imputabile questo gap?
“La differenza la fa senza dubbio il maggior numero di aziende presenti al Nord. è chiaro che maggiore è il numero di aziende sul territorio maggiore sarà l’opportunità di realizzare nuove idee e nuovi prodotti che essendo funzionali alle stesse aziende poi trovano facile sbocco per acquisire il marchio brevettato. è ovviamente nello stesso interesse delle aziende”.
Quali iniziative dovrebbero essere messe in campo, dai privati e dalle istituzioni, per incrementare l’innovazione nella aziende siciliane?
“Non credo che servano iniziative particolari, il brevetto di qualsiasi cosa è frutto di creatività, ricerca e competenze prima di ogni cosa, quindi, coloro i quali anche in Sicilia riescono a primeggiare realizzando un prodotto, una tecnologia, qualsiasi cosa di innovativo e unico possono brevettarlo. Ogni invenzione frutto di una idea unica va sostenuta. Credo che in questo senso, prima di tutto, così come già succede anche in Sicilia, vadano sostenute per esempio le start up che sono ormai fucina di innovazione e ricerca che diventano nella maggior parte dei casi brevetti”.
Quali le misure che la politica dovrebbe attuare per ridurre il gap con le Regioni del resto d’Italia?
“Io ritengo che prima di tutto la politica debba essere chiamata a sostenere in qualsiasi forma l’economia e le aziende siciliane che danno un contributo fondamentale con il loro lavoro quotidiano. Se riuscissimo ad accrescere anche in Sicilia il numero delle imprese nei settori come biotech, fotonica, materiali avanzati, nano e micro–elettronica, nanotecnologie, materiali ‘green’ e manifattura avanzata, che sul fronte dei brevetti vanno molto forte, sono convinto che maturerebbero anche nuove idee, ricerche, approfondimenti e di conseguenza anche il numero dei brevetto potenzialmente potrebbe crescere.