Insularità, convegno a Catania: "Articolo 119 da riempire" - QdS

Insularità, tavola rotonda all’Università di Catania: “L’articolo 119 va riempito”

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Insularità, tavola rotonda all’Università di Catania: “L’articolo 119 va riempito”

Vittorio Sangiorgi  |
lunedì 05 Dicembre 2022

In occasione del convegno è stato illustrato il volume che comprende gli atti del convegno che si è tenuto in estate.

L’Aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania ha ospitato oggi la presentazione del volume contenente gli atti del convegno ”Il principio di insularità nel nuovo articolo 119 della Costituzione. Riflessioni attuative e auspicabili ricadute sulla condizione economico – sociale di Sicilia e Sardegna”, tenutosi presso l’ateneo catanese nel mese di luglio.

Ad introdurre l’evento – voluto dal “Centro di documentazione ricerca e studi sulla cultura dei rischi” – la professoressa Francesca Longo, prorettrice dell’università di Catania.

“Testo punto di partenza per visione sul tema”

”Questo testo – ha detto – è il punto di partenza per una visione sul complesso tema dell’insularità. Un manuale che indica come procedere, che fornisce proposte concrete sui problemi discussi e chiariti nel corso del convegno e, soprattutto, individua una vera e propria timeline per la loro attuazione”.

L’obiettivo, dunque, è quello di trasformare le analisi in proposte politiche, oltre il piano teorico. Da questo punto di vista risulta perciò fondamentale – ha concluso Longo – “l’interazione del mondo accademico con l’amministrazione e la politica”.

Ad illustrare nel dettaglio contenuti e scopi del volume è stato Antonio Pogliese, presidente del Centro di documentazione, che ne ha curato la pubblicazione insieme ai professori Salvo Andò e Orazio Licciardello.

“L’articolo 119 è ancora un contenitore vuoto”

“L’insularità – ha esordito Pogliese – è un grande tema sociale. In questo senso la convegnistica può essere uno strumento d’azione. L’articolo 119 appare ancora oggi un contenitore vuoto, da riempire di contenuti per riaprire la questione meridionale. A tal proposito vale la pena sottolineare che – ha aggiunto – negli ultimi decenni si è registrato un distacco di circa venti punti tra il Pil delle regioni settentrionali e quello delle aree del Mezzogiorno. Il percorso dell’insularità, dalla riforma del titolo V a quella odierna, si è concretizzata soltanto in mance a Sicilia e Sardegna per la continuità territoriale”.

La decisione di pubblicare gli atti del convegno è anche figlia di questa situazione: “Lo abbiamo fatto – spiega Pogliese – per fornire ai soggetti decisionali le conclusioni più significative raggiunte in quella sede. Oggi, infatti, si sente il bisogno del contributo della società civile. Dovremo avere la capacità – chiosa – di sfruttare appieno ciò che ci viene dato, non solo dalla riforma sull’insularità ma anche da altro, come ad esempio i fondi del Pnrr”.

Un importante contributo è arrivato anche dall’onorevole Gaetano Armao. L’ex vicepresidente e assessore regionale all’Economia, che per l’attuazione della riforma si è speso in prima persona, è intervenuto telefonicamente e, dopo aver sottolineato i pregi del testo, ha detto: “L’insularità ha fatto molta strada dalla sua ‘eliminazione’ nel 2001 ad oggi. Essa pone grandi interrogativi agli amministratori pubblici e, specialmente, ai parlamenti”.

“Nessun riferimento a insularità in legge di bilancio”

“Dobbiamo capire – ha affermato – che nulla sarà più come prima. Mi stupisco che, a differenza dello scorso anno, stavolta non vi sia alcun riferimento nella legge di bilancio alla modifica dell’articolo 119. Ho scritto al presidente del Consiglio Meloni chiedendole di farsi garante dell’insularità”.

Proprio a proposito dei mancati riferimenti al tema nella legge di bilancio Armao ricorda la possibilità di “impugnare alla Corte costituzionale qualsiasi provvedimento che non tenga conto del concetto di insularità”.

A compendio del dibattito sono intervenuti Salvo Andò e il docente dell’Università di Cagliari Aldo Berlinguer, che hanno esternato i loro punti di vista su come garantire piena attuazione alla riforma. Quest’ultimo, inoltre, ha rappresentato anche la realtà e la posizione dell’ateneo sardo che – nella primavera 2023 – ospiterà la seconda fase del convegno. Un altro momento di assoluto rilievo, che arricchirà il prezioso contributo del mondo accademico su un tema tanto importante ed incisivo.

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