L’immigrazione costituisce un fenomeno con cui la Sicilia da diversi anni, per non dir decenni, si trova costretta a fare i conti. Migliaia di persone, infatti, per sfuggire alle guerre, alla fame e alla povertà decidono di partire da diverse parti del mondo con la speranza di trovare nell’Isola un “El Dorado” in cui poter cambiare la propria esistenza. Illusione, ahinoi, ai limiti della fantascienza. Già, perché la maggior parte di esse viene inghiottita dalla miseria una volta giunta in Trinacria senza la benché minima prospettiva di futuro. I numeri, a tal proposito, sono angoscianti. Il dato aggiornato al 21 novembre 2024 parla di 60.509 sbarchi di migranti lungo le coste italiane.
La provenienza dei migranti irregolari sbarcati in Italia nel corso del 2024 porta in Libia, la principale rotta – prima di approdo, poi di ripartenza – per giungere nella Penisola passando per le coste siciliane: buona parte dei migranti – in una percentuale che supera il 60% – transitano da lì. Bangladesh (circa 12mila). Siria (11mila), Tunisia (7.500), Egitto (poco meno di 4.000), ma anche Guinea (3.300), Pakistan (2.500), Eritrea (2.000), Sudan (1.900), Mali (1.500) e Gambia (1.400): arrivano da tutte le parti, in preda alla disperazione, affrontando odissee vere e proprie sui barconi che spesso, purtroppo, si trasformano in tragedie come testimoniano le 1.306 vittime nelle acque del Mediterraneo soltanto nel 2024. Tra le Regioni in Italia che accolgono più immigrati tra Sprar, CPR e CAS primeggiano la Lombardia (circa il 13%) e, come detto, la Sicilia, terra d’approdo dell’11% dei migranti. Una volta arrivati sull’Isola, come ribadito in apertura, molte di queste persone finiscono in un vicolo cieco: per strada, sui marciapiedi o anche nelle grinfie del capolarato, ossia tra i 140 mila lavoratori sfruttati praticamente a costo zero come vi abbiamo raccontato in una precedente inchiesta del QdS firmata da Hermes Carbone.
La storia dell’Aitna La Nazionale di Manlio Grimaldi
Questa è la triste realtà dei fatti: una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Esistono, tuttavia, delle eccezioni che ci inducono a sperare che un cambiamento è ancora possibile. A tal proposito, vogliamo raccontarvi la straordinaria storia dell’Aitna La Nazionale di mister Manlio Grimaldi, squadra di calcio militante nella seconda categoria siciliana. Vi chiederete: cos’ha di speciale questa squadra? Ebbene, l’Aitna è composta da giovanissimi ragazzi immigrati che, grazie a questo progetto che non ha eguali sul territorio, hanno trovato nel pallone una possibilità per credere ad un futuro migliore. Manlio Grimaldi, medico ortopedico di fama nel Catanese, ci ha raccontato nei dettagli la storia dell’Aitna. Ad osservarne l’organizzazione, con la squadra che si allena e gioca al Campo Comunale di San Gregorio, sembra di trovarsi di fronte una società professionistica. Tutto è curato nei minimi particolari, in modo certosino: da applausi.
“Cos’è Aitna-La Nazionale: orgogliosamente vice campioni d’Italia”
“Inizialmente la nostra valvola di sfogo erano i tornei di beneficienza – racconta Grimaldi -. Poi, però, ci siamo resi conto che potevamo organizzarci come una vera e propria squadra di calcio. Abbiamo iniziato così a partecipare ai campionati CSI con i nostri ragazzi e i risultati sono stati strabilianti: abbiamo vinto sia i campionati provinciali che regionali e, lo scorso anno, siamo diventati vice-campioni d’Italia perdendo in finale contro una formazione di Bologna. Da dove nasce l’Aitna? L’amico Roberto Di Martino, presidente dell’Aitna Pedara Soccer, perchè questa è la denominazione federale della nostra squadra, mi contatta per farmi gli auguri il 16 agosto del 2023 e mi dice di voler mollare tutto. Così, anzichè cancellare il titolo sportivo, insieme ad alcune persone competenti e di eccellente professionalità, abbiamo deciso di intraprendere questo cammino insieme. Lui è tutt’ora il presidente, mentre io facccio l’allenatore. Passo dopo passo, come detto poc’anzi, siamo riusciti ad ottenere grandissimi risultati: pensate che il nostro bomber Malick è stato candidato al Pallone d’Oro siciliano per la Lega Nazionale Dilettanti. Il nome Aitna-La Nazionale nasce dall’unione tra la società e la Nazionale della Sport Enjoy Project, cioè la squadra di calcio della mia associazione sportiva e non solo”.
Il rapporto con il Comune di Pedara
La domanda sorge spontanea: come mai, allora, una formazione che federalmente risulta appartenente a Pedara è costretta ad allenarsi a San Gregorio? Manlio Grimaldi ci espone il suo punto di vista: “Noi siamo di Pedara, lì abbiamo la matricola e lì abbiamo vinto tanto. A Pedara c’è però un’altra società: l’ASD Pedara. Il Comune ci disconosce, privandoci di diritti che abbiamo sudato e meritato. Abbiamo vinto titoli a livello regionale e nazionale, siamo puliti: quello che insegniamo prima di ogni cosa è il buon comportamento. Noi, senza alcun tipo di astio, grazie alla preziosa collaborazione con il San Gregorio continueremo ad andare avanti senza problemi”. Per correttezza deontologica, la nostra redazione ha contattato il sindaco di Pedara, Alfio Cristaudo, che ci ha espresso la posizione del Comune: “C’è un regolamento comunale che ho ereditato il quale prevede diversi requisiti: il primo è che il 50% della dirigenza di una società debba essere pedarese, non soltanto la sede. Il secondo, invece, è che il 25% dei tesserati e dei calciatori debbano essere anch’essi di Pedara. Il terzo, come detto poc’anzi, è adeguarsi al regolamento. Ritengo che bisognerebbe avere un rapporto di cordialità, cosa che al momento, nonostante diversi inviti fatti all’Aitna e a Manlio Grimaldi, non sussiste. Il nostro Comune intende valorizzare e concedere le strutture a tutte quelle società del territorio che abbiano gente pedarese al proprio interno. Il Comune di Pedara è sempre disponibile ad aiutare e assistere chiunque promuova qualsiasi tipo di sport, essendo sempre in prima fila per i cittadini e gli atleti di Pedara. Concludo sottolineando come il nostro sia stato il primo Comune in Italia ad aver attuato un progetto di accoglienza e inserimento nel territorio per genitori uomini con minori al seguito. Siamo stati e saremo sempre molto attenti al tema dell’accoglienza e dell’integrazione: un impegno che ci è stato riconosciuto anche da testate importanti come “la Repubblica” e “Famiglia Cristiana”.
Messi, Isco e Camavinga in squadra
Una particolarità che colpisce è che, all’interno dell’Aitna, ciascun calciatore sia soprannominato con cognomi di un certo spessore: agli ordini di mister Grimaldi troviamo infatti Messi, Isco o Camavinga solo per citarne alcuni. “Pensate che abbiamo avuto anche i vari Aboubakar, Pogba, o Lampard – scherza – Questo perchè i nostri ragazzi, molti dei quali giunti sui barconi, si sono sempre identificati con questi grandissimi campioni. Fa impressione ed è bellissimo quando comunico la formazione oppure li richiamo durante la partita a suon di “Messi, Pogba, ecc…”. Effettivamente, uno dei giovanotti è letteralmente la copia spiccicata del centrocampista del Real Madrid Eduardo Camavinga: una sorta di gemello separato alla nascita.
“Inclusione, lavoro ed inserimento sociale più importanti del calcio: Aitna è casa per i ragazzi”
Oltre al calcio, però, l’Aitna è molto, molto di più. E’ esempio di fratellanza, inclusione ed integrazione: tutti per uno, uno per tutti. “Lo stare insieme dal punto di vista calcistico – spiega Manlio Grimaldi – ci consente di trovarsi, stare in compagnia: noi non pensiamo a loro solo come calciatori, ma ci interessiamo del lavoro, dell’inserimento sociale. Uno dei nostri sponsor, per farvi un esempio, regala ai nostri giocatori la possibilità di frequentare la scuola guida e prendere la patente. Questi ragazzi, dunque, giunti qui in Sicilia spauriti, senza un mezzo e senza nulla, si ritrovano così muniti di macchina, autonomi ed indipendenti. Sono felice soprattutto per un motivo: essere riuscito a far capire a tutti loro che l’Aitna è loro, l’Aitna è e sarà sempre casa loro. Questo è il grande obiettivo che, più di qualsiasi trofeo o riconoscimento, siamo riusciti a centrare. E non è finita qui, perchè ci sono già nuovi progetti in cantiere come la nascita di una formazione di calcio a 5 e di una squadra women a cui abbiamo già iniziato a lavorare”.
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