Interporti, una matrioska siciliana - QdS

Interporti, una matrioska siciliana

web-sr

Interporti, una matrioska siciliana

Giovanni Pizzo  |
martedì 21 Febbraio 2023

La vicenda degli interporti siciliani, una non nuova "matrioska" tutta siciliana. Il commento di Giovanni Pizzo.

La vicenda Società Interporti Sicilia, al di là dei titoloni con conclusioni indagini su assessori in carica ed ex vicepresidenti risultati indagati, e quindi ancora non rinviati a giudizio, sa di non nuova matrioska giudiziaria. Sono quelle indagini che quando apri una bambola ne contengono un’altra all’interno. Si è partiti per una vicenda tutto sommato risibile, non giudiziariamente, ma politicamente.

Una dipendente che ritenendosi parte lesa, il resto della società e dei dipendenti sostengono ovviamente il contrario, si è rivolta alla politica per far valere le sue ragioni. Conosce un ex deputato, dimesso per sconforti personali ma ancora molto vigoroso, che si trasforma in Lancillotto per difendere le pretese regali della Ginevra catanese.

Qui è la parte in cui, per accontentare, forse solo a parole, i riscontri non sono ancora stati presentati, si promettono utilità per la pretendente dipendente, che vanno, a detta degli inquirenti molto oltre i legittimi meriti. Sembra una storia fra capi e segretarie, senza sminuire in alcun modo il ruolo di collaborazione aziendale. Un classico Cerchez la Femme.

Poi però nella ridda di intercettazioni passate al vaglio, e regolarmente finite sui giornali, c’è tutto un ginepraio di affermazioni poco lusinghiere tra tutti. Il classico “curtigghio”. Un tentativo di coercire l’amministratore della Società regionale, voluto dalla politica, ma che non gli rispondeva. Un prode manager penserete voi, che avete bisogno di eroi positivi, che si staglino su un orizzonte morale rifiutando la sopraffazione.

Poi gli inquirenti, aprendo un’altra bambola dell’indagine a matrioska, incappano su un ipotetica, trattasi in questa fase di mere ipotesi, corruzione, sempre per utilità, l’assunzione di un familiare dell’amministratore da parte di un noto gruppo di logistica. Il gruppo nel frattempo si era, senza i canoni di una gara pubblica, già impossessato di quest’area strategica per la gestione delle merci siciliane, costata all’Europa ed alla Sicilia fior di soldi pubblici.

Teoricamente la gestione dell’interporto catanese doveva andare, secondo l’appalto originario di costruzione e gestione, alla ditta che lo aveva realizzato, la Tecnis. Ma in seguito alle vicende amministrative giudiziarie della stessa tutto era rimasto in un limbo di chi arriva primo mette il piede, o tutti e due, dentro, tipo Tombstone senza Wyatt Erp. Soltanto che non siamo in un privato Ok Cotral, ma sul suolo pubblico di proprietà della Regione.

E la prima cosa da chiedersi oggi non è chi ha fatto cosa, quello lo stabilirà, forse, un processo, sempre che ci sia un rinvio a giudizio, ma chi comanda e determina la legittimità su questa area di interesse pubblico. A questo serve un Governo ed un’amministrazione.

Così è se vi pare.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017