Due anziani sono stati trovati morti in casa a La Thuile in Valle d’Aosta. Si tratta di Giocondo Jacquemod, di 84 anni, e della moglie Adelina Roulet, di 81 anni
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, il 118 e i vigili del fuoco. Da una prima ricostruzione i due anziani sarebbero deceduti per un’intossicazione dovuta alla fuoriuscita di monossido di carbonio dalla caldaia.
Tra i dettagli trapela anche che la canna fumaria si era sganciata dalla sua sede originaria causando, dunque, la fuoriuscita del fumo che ha invaso l’appartamento.
Monossido di carbonio, una minaccia ricorrente
Una minaccia ormai ricorrente. Il monossido di carbonio è, infatti, spesso chiamato “Il killer silenzioso“: il rischio è grande e si insinua senza si possa fare molto per accorgersene.
“Tutti gli anni la fase invernale è ovviamente il momento clou delle segnalazioni di intossicazioni legate a quello che viene definito un killer silenzioso” sottolineò a fine dello scorso dicembre all’Adnkronos Salute Carlo Locatelli, direttore del Centro antiveleni e tossicologico Maugeri di Pavia, una struttura di riferimento a livello nazionale.
Silenzioso perché “è un gas inodore, incolore, insapore” che, come si spiega anche in un focus disponibile sul portale del centro, origina da processi di combustione incompleta che si possono verificare in caso di impianti di riscaldamento malfunzionanti, canne fumarie ostruite, utilizzo improprio di bracieri (per esempio in ambiente confinato o poco areato). “Un dato verosimile, da stime scientifiche, è che in Italia si verifichino alcune migliaia di casi all’anno, ma non abbiamo dati precisi, certi e completi”, riferisce Locatelli, sia per quanto riguarda i trattamenti nelle camere iperbariche, sia gli accessi in pronto soccorso.
La difficoltà nel riconoscere i sintomi
Uno dei motivi è anche la difficoltà di riconoscere e classificare subito come tale l’intossicazione. “Non a caso, il monossido di carbonio è chiamato anche il grande imitatore perché i sintomi che dà mimano altre condizioni, dalle gastroenteriti a una profonda stanchezza” osservò Locatelli. E questo fa sì che vengano anche sottovalutati. Sono sintomi aspecifici “che possono sembrare banali”: cefalea, nausea, vomito, dolori addominali, dolore toracico, ma ci sono anche segni più gravi come svenimento, convulsioni, secondo quanto elencato nella scheda sul sito web del centro antiveleni.
Come succede e come evitare i rischi
“Questi episodi di intossicazione si verificano tipicamente quando si accendono i riscaldamenti”, illustrò l’esperto. Il pericolo monossido colpisce “in varie zone in modo diverso, ovviamente in particolare dove fa più freddo, quindi con una prevalenza nel Nord del Paese, ma non solo. Persino nelle zone insulari e al Sud non è raro che ci siano episodi simili, magari in abitazioni singole, indipendenti, con impianti non centralizzati che si usano poco; capita dove si usano bracieri o stufe vecchie e ferme da tempo. È un problema ubiquitario e nei periodi di vacanze natalizie non è infrequente”, continuò Locatelli, che invitò alla prudenza e alla prevenzione: “Per mettersi tempestivamente in allarme, basta davvero un rilevatore di monossido di carbonio, uno strumento di basso costo ed elevatissima utilità, salvavita”.
Gli incidenti di questo tipo “forse in alcuni casi potrebbero essere prevenuti con una maggiore attenzione e cura. Del resto – osservò il tossicologo – chi va a pensare che c’è magari un nido di uccelli che ostruisce la canna fumaria o problemi simili. Anche per questo non sarebbe male dotarsi di rilevatori di monossido carbonio, che si trovano facilmente online. Dove c’è combustione ci dovrebbe essere come prevenzione uno strumento di questo tipo che segnala la presenza di monossido di carbonio appena raggiunge livelli un po’ elevati. È bene dunque portarli con sé quando si sa che si accenderanno riscaldamenti dopo tanto tempo. Sono dispositivi che possono salvare la vita a intere famiglie. Perché poi questi incidenti spesso coinvolgono più persone, nuclei familiari al completo, rischiando di decimarli”.
Con i nuovi impianti e le caldaie installate all’esterno, “il pericolo di episodi di avvelenamento da monossido dovrebbe diminuire, e si spera anche i morti. Un’altra importante forma di prevenzione – continuò Locatelli – è di non chiudere mai le aperture che ci devono essere in prossimità di cucine con fornelli a gas. A maggior ragione dove c’è una stufa, un camino o una caldaia dentro casa. Sono aperture per far entrare ossigeno e far sì che non si formi monossido di carbonio”.

