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Dalla riforma dell’Irpef, possibili fondi per caro bollette

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Dalla riforma dell’Irpef, possibili fondi per caro bollette

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sabato 27 Novembre 2021

Il pressing di parte della maggioranza (in primis la Lega ma anche il Pd) è molto forte, ma questa soluzione non sembra convincere tutti

Destinare al taglio delle bollette le risorse che “avanzano” dalla nuova Irpef, che il primo anno costa meno dei 7 miliardi a regime: è questa, secondo quanto si apprende, uno dei temi posti al tavolo al Mef.

Il pressing di parte della
maggioranza (in primis la Lega ma anche il Pd) è molto forte, ma questa
soluzione non sembra convincere tutti.

Secondo primi calcoli il
risparmio nel 2022 (in particolare per il meccanismo di saldo/acconto) potrebbe
avvicinarsi al miliardo ma, viene spiegato, le stime sono in corso e parte dei
fondi dovrebbero andare a coprire per intero il taglio dell’Irap, per cui
mancherebbero circa 300 milioni.

La riforma del fisco intanto
continua il suo percorso. Il giorno dopo che il tavolo di maggioranza convocato
al ministero dell’Economia ha definito la struttura che cambierà le tasse degli
italiani, il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin,
annuncia per mercoledì l’avvio dei lavori sulla delega fiscale in commissione
con una novità. Marattin parla infatti dell’ipotesi di passare dai 5 scaglioni
di reddito attuali per l’Irpef a un sistema a tre aliquote, e non quattro come
trapelato finora.

Apre a possibili modifiche anche
la sottosegretaria di Stato ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini che
dice: “ulteriori modifiche saranno apportate in Parlamento, dove grazie al
prezioso contributo di tutte le forze politiche, si approverà una riforma tanto
attesa dai cittadini italiani”.

Le Cartelle

Inoltre al Senato è iniziato il voto in Commissione agli emendamenti del dl fisco e il testo è atteso in aula per martedì. Il governo propone la proroga delle cartelle a 9 dicembre. E la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, mostra disponibilità anche a slittamenti ulteriori. Se i gruppi parlamentari presenteranno ordini del giorno in tal senso, “il tema verrà preso in seria considerazione”, promette Guerra.

La Delega Fiscale

Quanto a Marattin, interpellato al telefono sui tempi della delega fiscale dichiara: “Non perdiamo tempo da queste parti.  Mercoledì la delega fiscale – il secondo tempo della riforma fiscale – inizia il suo percorso in commissione Finanze alla Camera”. “Quella – continua il deputato di Italia viva – sarà la sede in cui valutare i passi successivi su Irpef – sistema a tre aliquote – e Irap – superamento per tutti, non solo per le persone fisiche – nonché gli altri aspetti decisivi” tra cui “la tassazione d’impresa, la riforma delle spese fiscali, la riforma delle modalità di versamento delle imposte da parte degli autonomi, il riordino dell’Iva”.

Tra i temi in discussione
nell’ambito della delega fiscale, spiega Marattin, ci sono “aspetti
decisivi” come “riunire la normativa fiscale in codici semplici e
chiari, la tassazione d’impresa, l’avvicinamento tra il bilancio civilistico e quello
fiscale”. “Lo faremo – afferma il presidente della commissione
Finanze della Camera – con il metodo che da un anno stiamo seguendo, e che in
tutta evidenza sta dando risultati: un approccio cooperativo e di merito, in
cui tutti possano riconoscersi. Siamo partiti un anno fa circondati dallo
scetticismo, ora ci stiamo un po’ ‘facendo la bocca’ a fare una riforma fiscale
complessiva che renda il nostro sistema un po’ più semplice e un po’ più
leggero”.

Il Tavolo al Tesoro

L’accordo politico raggiunto giovedì al tesoro andrà confermato dai partiti nei all’inizio della prossima settimana. Gli aspetti principali sono che si riduce il numero di scaglioni dell’imposta sui redditi, l’Irpef,  favorendo soprattutto il ceto medio, mentre le aziende individuali e gli autonomi non dovranno più compilare il quadrante Irap, perché per loro e per le start up la tassa viene abolita. I due interventi costeranno rispettivamente sette miliardi e un miliardo, ovvero resteranno all’interno di quanto stanziato dal Governo in manovra.

Se i partiti si sono mostrati fin
qui soddisfatti, le parti sociali invece sono insorte. Confindustria ha parlato
di “scelte senza visione sul futuro”, la Cgil attende di essere
convocata dal Governo per discuterne, la Uil avverte che intervenire sulle
aliquote non aiuta i lavoratori.

Tra le voci critiche anche la
leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che indica un aumento dell’Irpef
per chi ha un reddito di 50 mila euro lorde. Le risponde il segretario della
Lega Matteo Salvini: “Voglio tranquillizzare l’amica Giorgia Meloni: la
riforma dell’Irpef non porterà nessuno a pagare più Irpef, rispetto a
quest’anno c’è un calo medio del 3,8% con punte del 7% di risparmio per la
fascia di 40-45 mila euro, perché aumentano le detrazioni anche per i lavoratori
autonomi”.

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