In discarica finisce più di un terzo della spazzatura, il doppio della media nazionale. La viceministra Vannia Gava: “Dobbiamo ridurli, ma parlare di rifiuti zero è ideologia”
ROMA – “I cittadini siciliani hanno fatto uno sforzo veramente considerevole nel cercare di contribuire alla raccolta differenziata. In Sicilia è aumentata di cinque punti percentuali”. Nella presentazione del nuovo rapporto Rifiuti Urbani, curato da Ispra e svoltasi ieri nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Sicilia è stata citata più volte. Tra chi vi ha fatto riferimento c’è stata Laura D’Aprile, ingegnera a capo del dipartimento per la Transizione ecologica e gli investimenti verdi del Mase, che ha parlato di “salto molto significativo”.
L’Isola resta indietro rispetto agli obiettivi fissati dall’Unione europea e continua ad arrancare se confrontata a buona parte delle altre regioni d’Italia, ma i segnali positivi sembrano esserci. Nel 2023 – l’anno fotografato dal rapporto – la raccolta differenziata in Sicilia ha toccato il 55,2 per cento. A fare peggio è stata soltanto la Calabria (54,8%), ma nel caso dell’isola si è registrato un miglioramento del 3,7 per cento rispetto all’anno precedente. A livello nazionale nel 2023, la differenziata è stata del 66,6 per cento (+1,4), con il Nord che continua a trascinare il Paese grazie a una raccolta media del 73,4 per cento.
Per una differenziata che aumenta va segnalato anche un aumento della produzione dei rifiuti che cresce…