Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro: "La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre infezione, di ospedalizzazione e morte"
“L’infezione sta crescendo in molti paesi europei e anche nel contesto italiano sta crescendo. Sono 3845 i comuni in cui si rileva almeno un caso, quasi 900 comuni in piu rispetto alla scorsa settimana. La circolazione del virus è soprattutto nelle fasce più giovani tra 10 e 29 anni”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia.
“L’età media di chi contrae l’infezione è di 27 anni e la maggioranza dei casi che si sviluppano sono autoctoni, cioè si generano nella stessa regione. L’età media per i ricoveri in ospedale e 63 per chi entra in terapia intensiva. Inoltre, la maggioranza dei casi si sviluppa ora in modo autoctono e si sviluppa all’interno della stessa regione”.
“La prevalenza delle varianti mostra come la Delta sia ormai dominate in Italia, la gamma (brasiliana) è invece contenuta ed è in declino la variante alfa”.
E’ da segnalare, se pur estremamente contenuto, l’aumento della variante Beta (B.1.351, prima denominata ‘sudafricana’), maggiormente caratterizzata da una parziale immuno-evasione; mentre la prevalenza della variante Gamma (P.1, prima denominata ‘brasiliana’) è diminuita drasticamente in tutto il Paese”. Lo rileva l’ultima indagine rapida dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute sulla diffusione delle varianti.
“Anche contro la Delta il primo e più importante antidoto è completare il ciclo vaccinale. La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre infezione, di ospedalizzazione e morte e questo vale per tutte le fasce di età e per tutti i vaccini. Da qui l’importanza di completare il ciclo vaccinale, perchè il ciclo completo è estremamente efficace nel ridurre anche le possibilità di contrarre l’infezione. E’ “necessaria la prudenza nei comportamenti”.
“Sappiamo che la vaccinazione con ciclo completo riduce dell’88% il rischio di infezione e oltre il 95% l’ospedalizzazione. Ma se vaccinati contraggono infezioni hanno sintomi lievi ma il virus si moltiplica e possono trasmetterlo come lo può trasmettere un positivo non vaccinato, come detto da Fauci. Questo lo sappiamo da qui l’invito a mantenere la prudenza”. L