Un italiano in Svizzera per il suicidio assistito, la moglie: "Basta sofferenza"

Suicidio assistito, italiano morto in una clinica svizzera. La figlia: “L’Italia cambi la legge”

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Suicidio assistito, italiano morto in una clinica svizzera. La figlia: “L’Italia cambi la legge”

Redazione  |
venerdì 25 Novembre 2022

L'uomo è affetto da una patologia neurodegenerativa, una forma di Parkinson molto aggressiva. Ad accompagnarlo c'era Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni

Romano, 82 anni, toscano ma residente a Peschiera Borromeo, nel Milanese, è morto oggi in una clinica svizzera sottoponendosi al suicidio assistito. L’uomo è stato accompagnato dalla moglie e da Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. La figlia Francesca ne ha dato notizia in un video pubblicato sul canale youtube della stessa associazione.

“Mio papà ha appena confermato la scelta di morire – ha spiegato la figlia Francesca -. Io sono arrivata dalla California per essere qui con lui in questi giorni. In California, la scelta che ha fatto mio papà è legale e, nel caso di una malattia come la sua, avrebbe potuto scegliere di morire in casa, circondato dai suoi cari e dalla sua famiglia”. E ancora: “Noi abbiamo dovuto fare questo viaggio per venire in Svizzera perché lui potesse fare questa scelta e io spero che in Italia, presto, sia possibile per le persone poter fare questa scelta a casa propria e morire a casa propria, circondate dalle persone care”.

La malattia e le sofferenze

Poche ore prima anche la moglie aveva pubblicato un video raccontando la scelta del marito e la sua malattia. “Mio marito Romano è affetto da una grave malattia neurodegenerativa, una forma di Parkinson molto aggressiva che gli ha paralizzato completamente gli arti e che ha prodotto una disfagia molto severa che lo porterà a breve a una alimentazione forzata”.

La moglie in questo video racconta la storia del marito e la scelta fatta. “Quando a inizio luglio Romano ha espresso in maniera molto responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza – chiarisce la donna nel video registrato in Svizzera – ci siamo rivolti per informazioni all’Associazione Luca Coscioni e abbiamo chiesto aiuto anche a Marco Cappato. Tutto questo per evitare – aggiunge – problemi legali visto che nel nostro Paese non esiste un quadro legislativo chiaro sulla scelta del fine vita che è un diritto fondamentale dell’uomo”.

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