Nel 2022 la poltrona più alta della Regione Siciliana era occupata dall’attuale ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci. All’Assessorato regionale per l’energia, oggi guidato da Giovanni Di Mauro, sedeva Daniela Baglieri. Da li a breve, dopo cinque anni a Palazzo d’Orleans, il comando della Regione sarebbe passato a Renato Schifani. Stessa coalizione ma tessere di partito differenti. Il 7 giugno di quell’anno, l’assessore Baglieri dichiarò che “a quindici giorni dalla campagna irrigua degli agricoltori siciliani” la Regione era stata costretta “per ragioni di sicurezza ad aprire le paratie della diga Trinità di Castelvetrano a seguito di una nota perentoria da parte del Ministero dell’Agricoltura”.
Sorvolando sul perché la “nota perentoria” arrivasse dall’Agricoltura invece che dal Mit, in quell’occasione Daniela Baglieri aveva ricordato che negli ultimi anni il Dipartimento acqua e rifiuti era “stato impegnato nella programmazione e nell’affidamento dei servizi di ingegneria relativi alla rivalutazione sismica degli sbarramenti e delle opere strutturali”, facendo anche riferimento a “risorse per diverse decine di milioni di euro”.
Anni e risorse che, già nel 2022, portarono comunque ad un imposto abbassamento della quota di invaso per motivi di sicurezza. Facendo un ulteriore passo indietro fino al 2019, come ricorderà poi all’Ars la deputata Cristina Ciminnisi il 23 gennaio di quest’anno…

